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    Palermomania:| Mangia e il panettone

    Palermomania:| Mangia e il panettone

    I giocatori ormai ci si sono abituati. Pensano che le critiche di Zamparini siano un 'must', come il Natale il 25 dicembre e la puntualità delle cartelle esattoriali. Lo ha detto Migliaccio, gli ha fatto eco oggi Balzaretti, perché gli strali del presidente, dopotutto, a loro scivolano addosso. Per Mangia è diverso, perché lui non è un senatore di questo Palermo, che Zamparini vorrebbe rivoltare come un calzino. Niente più 4-4-2, diktat di patron, perché Ilicic e Zahavi sono lontani dalla porta, e Migliaccio di nuovo a centrocampo, se no Cetto che lo abbiamo preso a fare? Il numero uno ha sentenziato. Noi speriamo vivamente che Mangia vada avanti per la sua strada.

    È tutto vero: nelle tre partite esterne fin qui disputate, il Palermo ha tirato verso la porta avversaria sì e no tre volte, e i gol fatti sono zero quando in casa ne sono arrivati una media di tre a partita. Il problema atavico di questa squadra si ripresenta puntuale come un orologio svizzero, o come le summenzionate cartelle esattoriali: tra casa e trasferta, l'approccio è completamente diverso. Non può che essere una questione di testa, perché una formazione che oggi gioca a memoria, domani non può scordarsi cosa sia la fase d'attacco. Quando si perde 3-0 le critiche, come ha ammesso il sempre onesto Migliaccio, sono giuste, ma occhio a non allargare troppo il compasso, stilettando ad ampio respiro. Non si può buttare tutto all'aria per una giornata storta, stortissima: non si era fenomeni ieri, non si è l'armata Brancaleone oggi.

    Le critiche al retrogusto di suggerimenti firmate Zamparini non devono essere necessariamente sbagliate (anche se far marcare Ibrahimovic a uomo da Munoz ci sembra come rispondere ai bazooka sparando zanzare), ma qui il punto di interesse è un altro. Siamo a una sorta di bivio: qui capiremo quanta personalità ha Mangia nel perseverare col suo credo calcistico, giusto o sbagliato che sia. All'allenatore lombardo va dato atto di aver conquistato la squadra: non manca occasione in cui i suoi giocatori ricordano quanto Devis abbia 'le idee chiare'. E se i giocatori, bocche di fuoco delle idee di un tecnico, approvano e conquistano 10 punti in 6 giornate, in fondo non deve essere tutto sbagliato. Mangia deve rischiare e andare avanti, nonostante la paura - e il rischio più grosso - di non Mangiare il panettone.

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