Mors tua vita mea. No, a metterla così sembra quasi una battaglia. Un fondo di verità però c'è: per conquistare una maglia da titolare nel nuovo Palermo bisognerà lottare. Non vale la pena annoverare i rientri dai prestiti, esuberi che più esuberi non si può e via dicendo, ma l'organico rosanero è comunque qualcosa di abnorme. Perinetti suda già le proverbiali sette camicie per assottigliarlo. In difesa si aggiungeranno Morganella e Garcia, il cavallo di ritorno Cetto, ma ci sarà un Silvestre in meno. E forse Balzaretti. Più avanti verrà il momento degli acquisti, di sicuro qualche testa salterà.

A preoccupare i sogni di Sannino, più che altro, sarà il centrocampo. Acquah, Bacinovic, Barreto, Bertolo, Della Rocca, Donati, Ilicic, Migliaccio, Vazquez, ai quali si è appena aggiunto Brienza, senza dimenticare Viola e il già virtualmente rosa Bradley. Aguirregaray e Alvarez andranno via, Migliaccio cerca nuovi stimoli, Acquah, Bacinovic, Lores e Zahavi sono un patrimonio da tutelare, ergo saranno trasferiti per farli giocare. Il tecnico predilige un centrocampo a quattro, ma la sensazione è che sovente dovrà plasmare in altre forme la squadra perché gli uomini là in mezzo sono davvero tanti. Già dai primi giorni di ritiro Sannino dovrà fare la cosa più difficile: scegliere.

L'attacco è il reparto più passibile di innovazioni. Miccoli ed Hernandez al momento sono i due punti fermi, Dybala è nell'enorme limbo tra l'Argentina e il Palermo, Budan quarta punta di lusso perché dopo la seconda parte della scorsa stagione scalpita. Il croato è l'unico che potrebbe cambiare aria, anche se ci sono diversi ostacoli: la carriera frastagliata di infortuni, l'età, l'ingaggio, la predilezione di Zamparini che fra qualche anno vuole affidargli un ruolo dirigenziale. La sensazione, suffragata dalle indiscrezioni, è che arriverà un bomber d'area di rigore. E anche qui Sannino metterà il becco: a lui il dolce, difficilissimo compito di orientare le scelte di un mercato difficile.