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    Palermomania: le nozze coi fichi secchi

    Palermomania: le nozze coi fichi secchi

    Tre vittorie e due pareggi fanno cinque risultati utili consecutivi, una media da Europa League. Vien quasi da ridere pensando al Palermo di un mese fa, quando si sentivano da lontano le truppe della Serie B che intonavano il de profundis. Magari i militi di Sannino retrocederanno lo stesso, ma almeno lo farebbero con dignità. I motivi di questo stato dell’arte ce li siamo ripetuti mille volte, e forse ritornarci adesso sarebbe un esercizio inutile. Sta di fatto, comunque, che per tanti motivi il Palermo è in difficoltà. Non psicologica o di intenti - anzi, sotto questo punto di vista probabilmente il Genoa sta peggio - quando fisicamente.

    Contro l’Inter Garcia ha giocato con la febbre, arrendendosi ai conati di vomito a pochi metri dal traguardo. Ilicic, torturato dalla pubalgia, ha tirato la carretta fin troppo; idem Miccoli, imbolsito dal dolore al polpaccio che gli si indurisce in ogni partita. Donati e Rios sono arrivati col fiatone. L’unico che sembra non risentire mai della fatica è Morganella, purtroppo squalificato dopodomani. Domenica scorsa, dopo un’ora di gioco, appariva chiaro che se l’Inter avesse pareggiato il Palermo non avrebbe avuto la forza di segnare ancora. Anzi, i resti dell’Inter magari avrebbero fatto bottino pieno.

    In questo momento, per dirne una, quando riconquista palla alto, il Palermo non ha le energie per gli strappi di 30-40 metri, essenziali per condurre contropiedi pericolosi. Sannino, uno che guarda sempre in faccia la realtà senza cercare di camuffarla, lo ha detto chiaramente. E allora, anche in virtù di un calendario ostile, cosa bisogna fare per salvarsi? Prostrarsi davanti a Eupalla e pregare. Più seriamente, va raschiato il fondo del barile, come stanno già facendo Sannino e i suoi uomini. Sperando in quei colpi di fortuna mancati troppo spesso in quest’annata. E, ovviamente in buone notizie dagli altri campi...

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