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    Palermomania:| Il grande bluff di Malesani

    Palermomania:| Il grande bluff di Malesani

    Dopo il pareggio con il Pescara - era il 10 febbraio - goliardicamente scrivemmo una battuta: 'Malesani: non mi preoccupo dell'esonero, tanto ho preso casa solo fino a San Valentino'. Profeti faceti, scusando il gioco di parole, ma mai e poi mai ci saremmo aspettati un licenziamento dopo sole tre partite. E via di paradossi: Malesani lascia da imbattuto, con una migliore media punti rispetto a Sannino e a Gasperini, e intascherà 350mila euro, poco più di 115mila euro a gara. In tempi di vacche magre, il welfare Zamparini continua a scalciare la piaga della disoccupazione. I ragazzini di oggi non dovrebbero più sognare di fare l'astronauta o il pompiere: da allenatori, con Zampa ancora nell'agone calcistico, il lavoro sarebbe assicurato.

    Analizzando i fatti senza troppo speculare, l'esonero del tecnico veronese non è stato un errore; l'errore, semmai, è stato fatto a monte mettendolo al posto di Gasperini. Con Malesani, infatti, il Palermo si è tristemente involuto sull'altare dell'equilibrio, che evidentemente per Albertone significava non prendere gol. Il lavoro del 'Male' ha prodotto una squadra un po' più impermeabile ma totalmente sterile in attacco. Eppure Malesani si beava per i tre pareggi raggiunti, tessendo la tela di dichiarazioni peregrine: 'Stiamo crescendo e prima o poi arriverà quella vittoria che alzerà la media punti e ci farà svoltare'. A passo di formica, il Palermo si sarebbe salvato, certo, ma non prima della 150esima giornata. E invece annaspa a fondo classifica, rischiando di essere raggiunto perfino… dal Sassuolo. Ok, basta scherzare.

    In tre settimane Malesani ha fatto più danni della grandine. Intanto ha disegnato un centrocampo che più arido non si può, con Barreto, Rios e Kurtic che in tre non sono in grado di fare una verticalizzazione; poi l'atavico obbrobrio di Miccoli punta centrale, che poveretto continua a collezionare lividi, stretto nella morsa di avversari marcantoni. Ancora, la pervicace insistenza su Fabbrini, narciso e feticisticamente incollato al pallone, quando il ben più utile Boselli è rimasto spesso a scalpitare in panchina. Infine gli allenamenti massacranti che anziché mettere benzina nelle gambe hanno prosciugato i giocatori. Il risultato è una squadra che, passando da Gasperini a Malesani, da penultima si è ritrovata ultima con tre partite in meno da giocare. Senza contare che l'Italia ride dietro al Palermo per l'ennesima sagra del ribaltone. Ma gli sfottò, per fortuna, non comportano malus in classifica. Altrimenti il campionato sarebbe già bell'e finito...

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