Quanto possono essere diversi due numeri uguali? Il riferimento è ai punti del Palermo, 20, proprio gli stessi di una stagione fa dopo 13 giornate. La possibilità di riflessione è stata infiocchettata mercoledì in conferenza stampa a Balzaretti, che non a caso ha risposto subito con un eloquente 'bella domanda'. L'esterno sinistro, bravo a piallare la fascia tanto quanto a recapitare parole buone ai giornali, è stato onesto, come al solito: 'I 20 punti di adesso valgono sicuramente di più, perché abbiamo cambiato tanto e sulla carta siamo meno forti'.

In quella dichiarazione semplice ma precisa come il taglio di un bisturi ci sta tutta la verità della rivoluzione rosanero. Il Palermo è tutta un'altra squadra rispetto a quella che ha potuto guardare solo da lontano la Coppa Italia. Spremendo la formazione di Rossi, veniva fuori tanto talento ma anche un po' di fumo; spremendo quella di Mangia, invece, viene fuori tanta concretezza e anche un po' di talento. Il Palermo di oggi - e nemmeno questo è un caso, giacché la lungimiranza nel calcio sta nel credere poco all'aleatorietà - è diverso, perché dispensa meno spettacolo e allo stesso tempo impacchetta meno regali per gli attaccanti agli avversari. Il passaggio di testimone tra Bovo e Silvestre racconta tutto o quasi.

E Balzaretti, a nostro parere, ha ragione anche quando tarpa le ali delle velleità. Se Pinilla ed Hernandez, novelli Icaro, volano alto fino a parlare di Champions League, il numero 42 si mantiene su latitudini più basse: 'L'obiettivo, intanto, è raggiungere la quota salvezza di 40 punti. Poi si vedrà. Facendo una stagione straordinaria, magari, si può arrivare all'Europa'. Quella che stuzzica meno la fantasia, quella meno nobile. Ma non è mica roba da ridere, sempre di Europa si tratta. Soltanto meno nobile, proprio come il Palermo nuovo al cospetto di quello ormai vecchio: il retaggio dei numeri di Pastore è solo un ricordo, alla stregua di quei 20 punti che alla luce del presente significano tutta un'altra cosa.