Palermomania:| Come tanti grandi amori...
Eravamo in dubbio se titolare 'tutti', ma non vogliamo essere troppo cinici. Stavolta tra Fabrizio Miccoli e il Palermo sembra davvero finita. I suoi quasi 34 anni, i suoi 34(mila) acciacchi, la squadra che si sta suicidando, domenica dopo domenica, per andare in serie B. Continuare a parlare di rinnovo di contratto ha i contorni del puro Tafazzismo, giusto per restare in tema con il 'darsele negli zebedei' che ha usato ieri Sannino in conferenza stampa. Miccoli è il primo marcatore della storia rosanero, ha toccato quota 100 gol in serie A grazie al Palermo, e il Palermo grazie a lui ha toccato vette che non avrebbe nemmeno sognato fino a un decennio fa.
Eppure i titoli di coda scorrono inesorabili su quello che è stato un grande amore. Miccoli non è più quello di un tempo; in questa stagione ha fatto cinque gol, di cui tre in una sola partita (col Chievo), e non segna dal 24 novembre, peraltro il giorno dell'ultima delle tre vittorie in campionato (il derby contro il Catania). Per la serie che Miccoli è l'ultimo filamento di luce: se si spegne lui, per il Palermo è buio pesto. Già la scorso campionato sarebbe culminato con la retrocessione se il Romario del Salento non avesse trainato la squadra con un rendimento super.
Forse il destino sta disseminando il cammino di segni, sussurrando all'orecchio delle alte sfere di viale del Fante che non sarebbe il caso di far firmare un biennale a un giocatore storico, ma proprio per questo appartenente al passato. Per il momento, l'unico a essere eloquente è Zamparini; Perinetti tergiversa, il procuratore Caliandro nicchia così bene che dovrebbero dargli la cittadinanza svizzera ad honorem. In realtà si sta trascinando faticosamente il carro fino alla fine di questa maledetta stagione. Solo allora sarà detta ai tifosi la verità, che farà rima con rivoluzione. Partendo da Miccoli, proprio lui, a meno di clamorose sorprese che però non sono più di casa a Palermo.