Palermomania:| Come on, Bradley!
Michael Bradley il centrocampista lo sa fare. Prendiamo in prestito dalla campagna elettorale del sindaco Orlando una sorta di pay-off pubblicitario in voga a Palermo negli ultimi mesi. Lo facciamo per questo americano di quasi 25 anni, che non sosterà a Roma - parafrasando un celeberrimo film - ma un migliaio di chilometri più in giù, nella Conca d'Oro. La chiusura dell'affare è vicina, con il Palermo che in cambio spedirà al Chievo uno tra Kurtic e Zahavi, o magari entrambi. Se lo metterà a segno, quello di Zamparini sarà un proverbiale colpaccio. Michael, figlio dell'ex ct degli Usa Bob, solo agli albori della sua carriera ha convissuto con la maledizione di essere un raccomandato.
Ci ha messo poco a scollarsi di dosso un'etichetta infame, perché si tratta di un ottimo centrocampista moderno: struttura fisica imponente, propensione all'interdizione ma anche alla costruzione, e una notevole capacità di inserimento ne fanno un ibrido tra un quarterback e un incursore, un felice esperimento della mediana che al Palermo oggi manca. Con Di Carlo Bradley ha segnato poco, giusto una rete. Una novità: il ragazzo di Princeton - strana la vita: anziché una perla dell’università è diventato un calciatore - ha sempre smosso parecchio il pallottoliere dei gol.
Anche con la Nazionale ha sempre avuto il vizietto, non a caso qualche giorno fa ha realizzato un eurogol con una bordata in demi-volée dalla distanza. Chi lo conosce lo descrive come un ragazzo serio e professionale, diligente e intelligente, una mosca bianca del calcio. A Palermo un po' si disperano per la partenza di Migliaccio, ma noi il cambio con Giulione lo facciamo volentieri. La pelata è la stessa, la qualità no. E quella di Michael, non ce ne voglia il gladiatore di Mugnano, ci sembra tutta un'altra cosa.