Palermomania:| C'eravamo tanto amati
Stesso ruolo, stesso 'savoir faire' con il pallone. Età diversa, ma stessa storia. Il calcio, come la vita, a volte si diverte. Ti prende in giro. Questi mesi di Fabio Liverani ricordano gli ultimi di Eugenio Corini a Palermo nella stagione 2006-2007. 'Il Genio' non voleva essere spogliato delle vesti di leader; voleva un biennale e ancora il piedistallo più alto del progetto tecnico. Zamparini, fine intenditore di calcio, aveva annusato il declino fisico del capitano e gli propose sì di rimanere, ma in un Palermo meno 'Corinicentrico'. E così, tra le lacrime dell'amatissimo numero 5 e l’ira dei tifosi, si consumò un addio avvelenato.
Anche Liverani, a 34 anni contro i 37 dell'ultimo Corini rosanero, sta conoscendo la terza età calcistica. Un ginocchio scricchiola, i muscoli serbano solo il ricordo dei movimenti fluidi, e l'atletismo zoppica. Zamparini se n'è accorto. Ad agosto aveva promesso pubblicamente il rinnovo, un mese fa la retromarcia: 'Aspetterò il suo rientro per valutare', disse nella conferenza stampa fiume post-dimissioni di Sabatini. Dopo due mesi di oblio, esattamente dal 26 settembre in Palermo-Lecce 2-2, Liverani ha rifatto capolino in squadra: una manciata di minuti contro la Roma, settanta di buon livello contro lo Sparta Praga, poi una panchina totale a Napoli che nessuno si aspettava. Né Fabio, né i tifosi, né i giornalisti. Nel mezzo, gli strali di Zamparini che profumano di diktat: 'Liverani e Pastore non possono giocare insieme', seguito a ruota da un ancora più eloquente 'Liverani adesso è una seconda linea'.
Il regista romano, un professionista serio e integerrimo, non ha debordato dai confini della buona retorica. Ha accettato le scelte tecniche, ha glissato sul contratto, ma ha anche capito. Ha cristallina in testa l'immagine di un amore lungo due anni che adesso sta per finire. Sempre che non sia già finito. Sono piovuti i primi fischi - quel 26 settembre è stato una sorta di giorno del giudizio - e la tifoseria, da sempre spaccata sulla tanto indiscutibile quanto flemmatica classe del numero 11, ha fatto quadrato contro di lui. A giugno, quasi certamente, le strade di Liverani e del Palermo si separeranno, perché come passano le stagioni passano anche i giocatori. È sempre lo stesso ciclo. L'importante è rispettarsi, senza più picchiarsi con le parole: un amore sincero e rispettoso non può tramutarsi in odio. Errare è umano, persevarare è diabolico.