Palermomania:| Altrimenti andiamo a casa
Il Palermo, fin qui, ha ampiamente dimostrato di essere più scarso del Siena. Non è solo una questione di punti in classifica - sul campo 27 contro 21 - quanto di arrendevolezza da una parte e di fuoco negli occhi dall'altra. Il Siena, con meno qualità negli interpreti, arriva vicino all'area, tira perfino. Un esercizio pressoché dimenticato dal Palermo. Che nella migliore tradizione portoghese 'orizzontaleggia' all'eccesso distendendo un tedioso gioco senza concretezza. Farsi belli - e poi mica tanto - non serve a niente se poi non concludi. Un discorso che puoi allargare alla vita in generale, ma non divaghiamo.
Negli ultimi anni il Siena ha faticato a segnare al 'Barbera', figuriamoci a vincere. Ma adesso le cose sono molto diverse. Il Palermo non sa più cosa significhi scimmiottare - male - le grandi del campionato, piuttosto si sta adattando a scimmiottare - altrettanto male - le piccole. Raccontiamoci anche la vecchia legge secondo la quale una squadra non abituata a lottare per la salvezza va in difficoltà, anzitutto psicologica. E a catena fisica, perché spesso è la testa a imbolsire le gambe. La tecnica sbiadita del Palermo è Roma senza il Colosseo se gli avversari ti surclassano sul piano del ritmo.
Dopo il Siena, tra l'altro, il calendario diventerà terribile. Perinetti e Micciché, in settimana, non hanno messo la testa sotto la sabbia: quella di domenica, giusto per restare in tema, è l'ultima spiaggia. Si dovevano battere anche Atalanta, Pescara, Genoa, ma non è successo e la classifica è rimasta esangue. Perché pensare che contro il Siena andrà bene? Motivi per essere fiduciosi, in effetti, ce n'è pochi, giacché l'armata Brancaleone rosanero da un big bang di passaggi ha sempre prodotto un peto. Però mancano sempre meno partite e l'acqua sta arrivando alla gola. Non battere il Siena, tristemente diventato più forte, saprebbe tanto di resa.