Palermomania:| Almeno siamo simpatici
L'Italia potrà pure essere senza governo e senza Papa, ma non si dica mai che a Palermo mancano gli esoneri. Zamparini si è superato: 4 avvicendamenti in 28 giornate, in media uno ogni 7. E da qui alla fine scivoleranno via altre 10 partite; sotto contratto ci sono ancora Malesani e l'attuale tecnico della Primavera Ruisi. Ah, come dimenticare l'ex Beggi, estromesso solo dai dissapori con Lo Monaco, un'altra delle grandi comparse nelle comiche palermitane. A modo suo, ogni tecnico assicura di aver detto 'sì' perché crede nella salvezza. In realtà siede in panchina soltanto per lo stipendio, giacché a questa immeritatissima salvezza non credono più nemmeno i giocatori.
Nelle ultime settimane il Palermo ha perso un treno che nemmeno Pierluigi Bersani sarebbe stato capace di perdere. In casa ha affrontato Atalanta, Pescara, Genoa e Siena raccogliendo la miseria di due punti. Dopo questo scempio, dettato non dalla sfortuna ma dalla scarsezza della squadra, sperare ancora sarebbe da disperati, anche perché il fattore difficoltà del calendario si impenna quanto l'Himalaya. Domenica scorsa, forse, gli dei del calcio hanno punito la 'hybris' del Palermo: Anselmo non può giocare in serie A, men che meno segnare. Un'altra diapositiva di una stagione tanto grottesca quando nefanda. Adesso altro giro, altra corsa. Torna Sannino, cacciato all'alba del campionato perché non aveva dato un gioco a una squadra che non lo vedeva di buon occhio.
È chiaro che Zamparini procede per tentativi, ignorando deliberatamente il fatto che questo Palermo perde non perché 'mollaccione', ma perché inadeguato. Storia di giocatori mediocri, confusioni tattiche, ribaltoni irrefrenabili, un continuum di scelleratezze unico in A. Forse Sannino è in prova in vista del prossimo campionato di serie B, ma Zamparini, quando si parla di calcio, non è in grado di guardare nemmeno poco oltre il suo naso. Altro che futuro. Intanto a breve avremo un Papa, forse un governo, ma di sicuro a Palermo non avremo un lavoratore stabile in panchina. E meno male che il precariato è colpa di Marco Biagi.