Palermomania:| Acquah di fonte
E pensare che in Ghana, di fatto, non aveva mai giocato in un campo vero. Insolita, ma bella, la storia di Afriyie Acquah, una forza della natura proveniente dal cuore dell'Africa nera. Che avesse qualcosa in più degli altri lo si era capito quand'era ancora poco più che un bambino, tant'è vero che finì a Belfast per giocare nel Glentoran, tra le società di spicco dell'Irlanda del Nord. La fortuna di questo ragazzo di appena 19 anni diventa grasso che cola nel febbraio 2010: sfruttando i suoi contatti, Sabatini riesce a portarlo a Palermo, non senza affrontare lungaggini burocratiche. Sarà l'inizio di una scalata d'amore.
Dopo i primi mesi d'ambientamento, Afriyie ha la grande opportunità: il ritiro con la prima squadra. Rossi viene stregato subito dalle sue doti atletiche e da quel talento grezzo. Acquah è un diamante da sfaccettare. 'È un centrocampista, ma non ho ancora ben capito che pesce sia', dirà tra il serio e il faceto il tecnico di Rimini. Al ritorno in Sicilia, il giovanissimo ghanese diventa una colonna della Primavera di Beruatto. A giocare con quelli della sua età è sprecato. Acquah chiama sempre palla, aiuta i compagni, interrompe l'azione avversaria, cuce il gioco e va a concludere. Il prototipo del centrocampista moderno. Ma fuori dal campo non si monta la testa. Per capire la portata di questo bronzo di Riace basta un aneddoto: persona molto credente, Afriyie ha scelto il 94 come numero di maglia in ricordo dell'anno in cui la madre si salvò da un brutto incidente. Altro che bagordi notturni e belle auto.
Complici le deficienze di organico del Palermo, da qualche mese l'ex DC United si allena in pianta stabile con i grandi. Ha debuttato senza paura contro la Fiorentina, il 10 aprile ha avuto il battesimo da titolare contro il Cesena ed è stato impeccabile. L'altro ieri, a San Siro, ha giocato sfrontato al cospetto di avversari ben più celebrati. E 'strutturati', per dirlo alla maniera di Rossi. C'è da lavorarci su per infondergli la sapienza tattica, ma se Acquah in pochi mesi si è guadagnato il suo angolo di paradiso qualche buon motivo ci sarà. 'È tutto merito suo', gli ha riconosciuto Rossi dopo la partita con il Milan. E se lo dice Delio, che con i giovani è un maestro, significa che Afriyie farà strada. Dai calci a un pallone nei cortili di Accra alla scala del calcio. Una storia da raccontare, con a margine tanti complimenti al Palermo. E ad Acquah, naturalmente.