Palermo, Zahavi:| 'Meglio di Pastore? Chissà...'
La prima cosa che colpisce di Eran Zahavi è la gentilezza. I suoi modi pacati, la sua disponibilità. Chiacchierare con questo ragazzo israeliano di 24 anni (li compirà fra dieci giorni) è piacevole. Eran capisce già un po' l'italiano, ma si esprime in inglese. Appare incuriosito e compiaciuto dal fatto che attorno a lui ci sia tanta attenzione da parte dei media. I continui accostamenti a Pastore non lo turbano più di tanto, forse perché ha già capito come funziona il mondo del calcio. I tifosi del Palermo lo hanno scoperto su internet, dove spopolano i video che mostrano le sue prodezze con la maglia rossa dell'Hapoel Tel Aviv. Che abbia talento è indiscutibile, ma il suo futuro dipenderà da come si adatterà al calcio italiano e da quanto tempo impiegherà. Seduti al bar della piscina dello Sportwell, l'impianto che ospita i rosanero a Malles, abbiamo provato a conoscere un po' meglio Eran, il cui nome - in italiano - significa oro. Nomen omen? Ci spera lui, i tifosi e Zamparini.
Eran, raccontaci un po' di te: iniziamo dalla tua famiglia.
'Mia mamma si chiama Eti e fa la parrucchiera. Mio papà Ilan è francese e lavora a Parigi: è un agente di viaggio. I miei genitori sono separati. E poi ho un fratello più grande di un anno e mezzo che si chiama Avi. La mia non è una famiglia ricca, ma non mi è mai mancato nulla. Adesso sono io che do una mano dal punto di vista economico'.
Qualcuno di loro verrà con te a vivere a Palermo?
'No, perché ognuno ha i suoi impegni di lavoro. Però mi verranno a trovare spesso'.
E poi c'è Shai, la tua bellissima fidanzata.
'Sì, con Shai stiamo assieme da due anni. Siamo coetanei. Lei studia per diventare manager d'azienda. Se tutto va bene ci sposeremo la prossima estate e mi piacerebbe avere tanti bambini'.
Quando hai iniziato a giocare a calcio?
'Da piccolissimo, all'età di quattro anni credo... A casa ho sempre giocato con mio fratello. Poi crescendo ho capito che per me il calcio poteva diventare un lavoro'.
E quando l'hai capito?
'Il mio non è stato un percorso facile. Nel gennaio 2007 sono andato in prestito all'Hapoel Ironi di Rishion LeZion, la squadra della mia città che militava in seconda divisione, e lì sono rimasto un anno e mezzo. Sono diventato titolare e ho fatto bene, tant'è che l'Hapoel Tel Aviv mi ha richiamato. Lì ho avuto la percezione che potevo fare il calciatore professionista'.
Da bambino per chi facevi il tifo?
'Per l'Hapoel di Tel Aviv'.
E non c'era una squadra italiana o europea che ti piaceva in modo particolare?
'Sì, il Palermo... (ride, ndr). Mi piace il Barcellona'.
I tifosi sognano di vederti realizzare un gol in rovesciata al Barbera come quello che hai segnato contro il Lione in Champions...
'Sicuramente ci proverò. Non è facile fare gol così belli, ma è un colpo che ho nel mio repertorio'.
Al di là del calcio, cosa ti piace fare?
'Quello che fanno i ragazzi della mia età. Esco con gli amici, vado al cinema, gioco con la Playstation (solo a calcio), ascolto la musica e ogni tanto vado in discoteca, ma solo dopo la partita. Qui in ritiro sto studiando l'italiano. Ogni sera, un'ora di lezione dalle 21 alle 22 assieme a Simon. E poi parlo con la mia Shai attraverso Skype'.
Già si parla tanto di te come il possibile erede di Pastore: tu cosa dici?
'Io non penso a queste cose, lavoro e basta. Abbiamo fatto solo due test contro squadre dilettantistiche. È ovvio che sono contento di aver iniziato bene la mia avventura in rosanero. Ma solo le partite vere, quelle contro squadre importanti, daranno certe risposte'.
L'accostamento con Pastore ti preoccupa?
'Non mi preoccupa perché non è giusto. Lui è un campione, lo ha dimostrato nei due anni trascorsi a Palermo. Io, invece, devo ancora giocare la mia prima partita ufficiale in rosanero. Io sono Zahavi, lui è Pastore. Magari un giorno diventerò forte come lui o anche di più. Chi lo sa?'.
(Giornale di Sicilia)