Pastore resta o non resta in rosanero? La considerazione di fondo è semplice: il giocatore e il suo entourage, con in testa il procuratore Marcelo Simonian, ritengono che al momento la cosa migliore per il ragazzo sia un altro anno di apprendistato a Palermo. Cioè la possibilità di migliorare ancora il proprio rendimento, la continuità soprattutto, in un ambiente che non ha le pressioni spasmodiche di un top team e in una squadra in cui è già inserito e di cui conosce bene modo di giocare e dinamiche.

In questo quadro è importante il nome dell'allenatore: Pastore ha per Rossi (che pure non finisce di correggerlo) una stima incondizionata; capisce che i suoi consigli possono essere fondamentali per arrivare pronto, quando sarà, all'im­patto con una grande. Per carattere, non è uno che alzi la voce, ma il suo gradimento al tecnico lo espresse già mesi addietro sostenendo garbatamente che senza Rossi il Palermo sarebbe dovuto ripartire da capo.

E ora l'ha ribadito, ricordando un dato innegabile: da quando è tornato Delio, la squadra, e lui in particolare, hanno ripreso a rendere per come sanno. Pastore e Zamparini stesso considerano poi un altro concetto: quest'anno Javier ha avuto troppi alti e bassi, proprio adesso si sta riprendendo da un periodo opaco nel quale è stato anche contestato. Il procedimento di crescita non è ancora concluso e la stessa valutazione economica può diventare più elevata.

(Corriere dello Sport - Edizione Sicilia)