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  • Palermo:| Pastore, genio argentino

    Palermo:| Pastore, genio argentino

    • D.V.

    È la gioia degli allenatori. In Argentina il suo maestro affezionato ai tempi dell'Huracan, Angel Cappa, continua a inviargli e-mail per suggerirgli qualche soluzione nuova, l'ex c.t. Diego Armando Maradona l'ha premiato convocandolo per il Mondiale (e con lui parlava più che con altri), il nuovo selezionatore dell'Albiceleste Sergio Batista stravede per il suo 'gioco meraviglioso' e il tecnico del Palermo Delio Rossi non può farne a meno: lui è Javier Pastore e anche in Giappone, dove domani sfiderà in amichevole la squadra del c.t. Alberto Zaccheroni, proporrà il suo calcio lirico, elegante, figlio del possesso palla, il 'tiki tiki' nella versione sudamericana che è stata propria del club d'origine.

    Il Palermo corre sulle gambe del Flaco, un tocco rosanero segnerà il grande appuntamento giapponese. E Pastore potrà godersi la ribalta accanto a Lionel Messi, l'amico da raggiungere a giugno nel Barcellona pronto a versare nelle casse della società del presidente Maurizio Zamparini oltre 40 milioni di euro. 'Leo è un fenomeno, mi fa piacere che il miglior giocatore del mondo parli di me - ha spiegato Pastore al quotidiano argentino Olé -, non ci può essere cosa più bella. Se un giorno sarà, sarà... Ora continuerò a fare del mio meglio per il Palermo, in questa squadra sto benissimo'. E ieri il d.s. Sabatini ha detto a El Mundo Deportivo: 'Pastore gioca lo stesso calcio del Barcellona, non avrebbe problemi d'inserimento. Sarebbe un onore se un club come il Barça puntasse su di lui, ma siamo disposti ad ascoltare offerte durante l'estate, alla fine della stagione’.

    Pastore è innamorato del Palermo: 'Mi trattano in maniera meravigliosa, il presidente mi chiede sempre come sto e se ho bisogno di qualcosa. Se ho scelto i colori rosanero è perché il club mi ha cercato fino a Buenos Aires, lì ho potuto conoscere la dirigenza e il rapporto è stato sempre bellissimo'. Paragonato ai più grandi, in patria a Francescoli, Kakà e Riquelme, in Europa a Zidane, il trequartista al lavoro in Nazionale riflette sul suo salto di qualità. E da Tokyo rivolge parole d'entusiasmo per il rosanero: 'Nel Palermo gioco come se fossi nell'Huracan, la scorsa stagione ho realizzato 3 gol in 30 gare, quest'anno 3 in 7: dopo il Mondiale qualcosa è successo, è cambiato, è come se tutti mi rispettassero di più, ho trovato la confidenza per giocare come so fare. Francescoli e Zidane? Due grandissimi, il fatto di essere paragonato a loro mi fa molto piacere. Zidane è un campione, mi piacerebbe un giorno essere come lui'.

    La generazione di talenti diverte a tutte le latitudini: Pastore con Messi, D'Alessandro, Banega e Gago in nazionale, con Ilicic, Hernandez, Bacinovic e Muñoz nel Palermo, come nelle giornate migliori condivise con Bolatti, Defederico e Arauco nell'Huracan, quei 'Los Angeles' di Cappa che fecero divertire l'Argentina. E quel calcio, quel fraseggio sudamericano e quella voglia di non buttare mai il pallone rivivono a Palermo: Javier è il simbolo di un nuovo vento, che eredita la tradizione argentina dell'ex c.t. dell'Albiceleste Cèsar Luis Menotti e arriva fino in Giappone col sorriso e un convinto 'Grazie Palermo'.

    (La Gazzetta dello Sport - Edizione Sicilia) 

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