È tornato a disposizione. E non è un giocatore qualunque. Fabrizio Miccoli del Palermo è il capitano, il simbolo, il miglior realizzatore nella storia della serie A (48 gol). Ma negli ultimi tre mesi si è parlato di lui più fuori campo che per i suoi gol. L'ultimo dei quali risale al 6 febbraio scorso, proprio a Lecce, contro la squadra del suo cuore. Una punizione straordinaria, non festeggiata, e con Delio Rossi che nell'intervallo preferì lasciarlo fuori.

Poi problemi fisici (una tendinite) e polemiche, l'esonero di Rossi, l'arrivo di Cosmi, il mistero del derby di Catania. Dove avrebbe dovuto giocare ma poco prima dell'inizio il suo nome fu sostituito in distinta da quello di Hernandez. E Cosmi, a sua volta cacciato dopo quella sconfitta, che raccontò che fu Zamparini a suggerire così e che Miccoli stesso, conosciuta la vicenda, si sarebbe tirato fuori. Seguì il chiarimento 'ufficiale' fra presidente e giocatore e il ritorno di Rossi. Tante parole ma ancora poco Miccoli dentro al rettangolo di gioco. Appena 58' contro il Cesena e i 4' finali della semifinale di Coppa a San Siro. Mentre il Palermo trovava con Pinilla e Hernandez un assetto offensivo importante.

Da martedì, però, Miccoli si è riaggregato al gruppo. Ieri ha giocato anche il primo tempo della partitella in famiglia solitamente indicativa delle scelte di Rossi. Insomma Fabrizio c'è e chiede spazio. Il suo traguardo è quello di entrare nella storia del Palermo e il ritorno di Coppa Italia con il Milan, martedì prossimo, è una grande occasione. Si è lavorato proprio per portarlo alla condizione giusta per quel match. Ma Miccoli dovrà vincere una concorrenza che si è fatta agguerrita e, probabilmente, Rossi attende una conferma sul suo stato di forma dopo il periodo di stop.

(Corriere dello Sport - Edizione Sicilia)