Palermo, Lo Monaco:| Duro, poco simpatico, ma bravo
I vulcani devastano e stupiscono. Spargono ceneri fertilizzanti e sputano fuoco. Proprio come Pietro Lo Monaco, il figlio del Vesuvio adottato dalla terra dell'Etna. Passano in pochi, turbolenti mesi dal Catania al Genoa al Palermo, il direttore di Torre Annunziata ha trascorso una delle sue estati più roventi. Ammesso che lui sia mai riuscito a trascorrerne una in assoluto relax, magari a preoccuparsi soltanto dei suoi fiori - 'sto piantando margherite', è possibile che vi risponda al telefonino - disseminati con generosità nel giardino di casa.
A 58 anni, d'altronde, Lo Monaco non è certo disposto a fare il Cincinnato, ririrandosi nell'orticello dopo una vita trascorsa letteralmente sul campo. Prima, da centrocampista di Savoia, Messina, Gela, Canicattì, Giarre e Villafranca. Poi, da allenatore e manager: dalla Reggina all'Udinese, che per molti anni è stato il primo, vero regno del Signore delle Plusvalenze, quindi la promozione dell'Acireale dalla C2 alla C1 e l'inizio in maglia granata del binomio vincente con Nino Pulvirenti.
È presidente acese, ma ama da sempre il rossazzurro del Catania il patron della 'Wind Jet' Pulvirenti. Che nel 2005 compie il suo volo lasciando la prima piazza calcistica per acquistare il Catania. Pietro Lo Monaco lo segue, diventando l'uomo-ovunque del club. Dalle stalle alle stelle, proprio grazie alla premiata coppia il vecchio stadio del Cibali riscopre già nella stagione 2005-2006 la Serie A dopo 23 anni trascorsi tra l'inferno delle serie dilettantistiche, cui era stata condannata dopo la radiazione, e il purgatorio del professionismo minore.
Il direttore, che magari non brilla per simpatia ma certo spicca per bravura (e d'altronde è pagato per questo!), mette a segno tanti colpi di mercato. Il Sudamerica, dove lui si concede sempre almeno un viaggio di lavoro tra inverno e primavera, è il suo spazio di caccia preferito dove si accompagna spesso a Jorge Cyterszpiler, storico agente di Maradona e talent scout tra i più apprezzati. Da Vargas a Silvestre, fino a Barrientos - 'lui è l'essenza del calcio' - e Gomez, il neorosanero Pietro Lo Monaco blinda il Catania nella massima categoria e fa luccicare le casse societarie.
Accumula risorse, il club dell'Elefantino nel Pallone. E questo consente di realizzare il sogno proibito di generazioni di dirigenti rossazzurri: la costruzione del centro sportivo 'Torre del Grifo', un'oasi tra Mascalucia e il capoluogo per il quale sono stati investiti 60 milioni di euro e che non è certo rimasta una cattedrale nel deserto. Oltre a ospitare le squadre del club, infatti, oggi piscine e palestre della sua avveniristica struttura centrale sono frequentate da ben 2.000 iscritti. L'ultima creatura del duro di Torre Annunziata che ha pure lasciato - a malincuore, ma non certo a titolo gratuito - le sue quote di Torre del Grifo nella burrascosa separazione dal presidente ex amico.
(Giornale di Sicilia)