La fine di una storia ha segnato il crollo di un mito. I cori contro Giulio Migliaccio dell'altro giorno al 'Barbera', seppure da parte di un gruppo ristretto, sono il sintomo di una tifoseria che si sente tradita da quei simboli sui quali aveva riposto fiducia e sogni di gloria. Frammenti di un romanticismo che nel calcio non esiste più, un aspetto che a Palermo viene difficile da accettare, così come l'idea che un giocatore dopo cinque anni possa decidere che il suo ciclo è finito. E Migliaccio questo pensiero alla società lo aveva comunicato per tempo.

L'onestà delle proprie idee a volte può trasformarsi in un boomerang, e dunque era lecito aspettarsi qualche fischio e qualche coro contro il centrocampista al primo allenamento cittadino. A questo punto c'è un caso che la società dovrà affrettarsi a risolvere. Giorgio Perinetti sta lavorando per trovare una soluzione anche se quei cori avrebbe voluto non sentirli. 'Credo siano stati ingenerosi - spiega il direttore generale - perché verso un giocatore che per questa maglia ha dato tutto negli ultimi anni. Noi siamo in contatto costante col suo procuratore, avendo appreso la volontà del giocatore di chiudere la sua esperienza a Palermo, e cercheremo di agevolarlo'.

Non c'è dubbio che più si allungano i tempi più aumenta il rischio che diventi una lenta agonia in un ambiente ormai ostile. Ma entro la chiusura del mercato il caso dovrà essere risolto. 'Dobbiamo tenere conto anche di un mercato molto

Anche perché è difficile ipotizzare una situazione simile a quella di Miccoli, che da quasi partente è rimasto, senza scalfire l'immagine nei confronti della tifoseria. 'Al momento non posso sapere se si può profilare una situazione tipo quella di Miccoli - ammette Perinetti -. Dico però che la società quest'anno vuole puntare su giocatori motivati'.

(La Gazzetta dello Sport - Edizione Sicilia)