
Pagliuca come Ulisse, Adorante alla Lewandowski: la Juve Stabia è di nuovo in Serie B, col 15° budget del campionato
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Dominatori contro pronostico. Primi dall’inizio alla fine, lasciandosi alle spalle autentiche corazzate costruite con investimenti e nomi che, con tutto il rispetto per la Serie C, c’entravano poco. Quindicesimo budget tra le formazioni del girone C, di gran lunga inferiore a quello di Benevento, Avellino, ma anche di Catania e Casertana: la Juve Stabia ha trovato però qualcosa che nel calcio di oggi ha più efficacia dei soldi: la forza delle idee. Quelle nella testa, per esempio, di un giovanissimo direttore sportivo (classe 1996) che, dopo aver imparato il mestiere nel Pordenone del patron e del padre Mauro, in concomitanza con la scomparsa dal calcio professionistico della formazione friulana ha deciso di accettare l’ambiziosa sfida affidatagli dal presidente Langella dopo due decimi posti consecutivi. Da Di Gregorio e Pobega a Romeo e Adorante - solo per citare alcune delle intuizioni del responsabile dell’area tecnica stabiese - la missione di Matteo Lovisa è quella di portare a casa risultati in maniera sostenibile. Ma quella che sta prendendo forma a due passi da Napoli è qualcosa di più, un’impresa.
PAGLIUCA COME ULISSE - Un’impresa lunga quanto un viaggio, un interminabile viaggio verso casa - la Serie B che manca dalla stagione 2019/2020 - parafrasando l’epico accostamento che la società campana ha voluto proporre sui propri canali social col ritorno nell’amata Itaca dell’eroe Ulisse. Un viaggio non privo di ostacoli ma che ha trovato in Guido Pagliuca l’altro grande artefice di questo piccolo capolavoro: a distanza di 13 anni dall’incredibile promozione in Seconda Divisione (la vecchia C2) alla guida del Borgo a Buggiano, l’allenatore nativo di Cecina l’ha fatta davvero grossa. Messa da parte la delusione dell’epilogo della passata stagione, quando aveva saputo trascinare il Siena alla qualificazione ai play-off (per la seconda volta di fila dopo il traguardo colto con la Lucchese) prima che la penalizzazione per le vicissitudini societarie del club toscano cancellassero tutto, ha ascoltato il consiglio del mentore Giuseppe Papadopulo (decano delle panchine in Serie C, toscano come lui ma con un'innata passione per il Sud) e ha colto l’opportunità, per la prima volta lontano da casa. Lo ha fatto con l’entusiasmo e la passione che gli hanno consentito di instaurare da subito un legame intenso e genuino coi suoi calciatori, qualcosa che alla lunga ha saputo essere il vero valore aggiunto nella lunga cavalcata verso quello che, settimana dopo settimana, da sogno è diventato sempre più una solida realtà. Andando talvolta anche sopra le righe, come in occasione di quello schiaffo rifilato al suo calciatore Bilal Erradi, colpevole di essere costato il gol del pareggio nel finale (e due punti in classifica) contro il Monterosi per un ultimo possesso di palla mal gestito. Tre turni di squalifica che non hanno scalfito il patto d’acciaio all’interno dello spogliatoio.
IL MANTOVA E' IN SERIE B DOPO 14 ANNI: I PROTAGONISTI
LA FORZA DEL GRUPPO - 21 vittorie, 11 pareggi e appena 3 ko: Avellino staccato di 11 punti, come il Benevento dopo lo 0-0 al “Vigorito” che ha blindato pure aritmeticamente la vittoria di un campionato 5 anni dopo quello della Juve Stabia 2018/19 targata Fabio Caserta. Lo stadio di casa, il “Menti”, è tornato ad essere un fortino inespugnabile, con 12 successi e 5 pari e l’ultima sconfitta che risale al 19 marzo di un anno fa. Ma se per Mantova e Cesena, vincitrici nei gironi A e B, il rendimento fuori dall’ordinario del reparto offensivo è stata la prerogativa per annichilire la concorrenza, Pagliuca e le sue Vespe hanno riportato in auge una filosofia che non passa mai di moda. Soprattutto quando non hai i favori del pronostico. Se la migliore difesa è l’attacco, è altrettanto vero che chi vince i campionati in Italia si contraddistingue spesso per la capacità di raggiungere un equilibrio di squadra che gli altri non hanno. Si spiegano così gli appena 20 gol concessi agli avversari dopo 35 giornate - a lungo nel girone d’andata la Juve Stabia ha avuto la retroguardia meno battuta d’Europa - e i 20 clean sheet stagionali del portiere Demba Thiam. Conseguenza di un modo di intendere il calcio che è stato l’esaltazione del collettivo: 19 marcatori differenti, col difensore Blessich a quota 5 reti, mai così prolifico in carriera e terzo nella classifica dei cannonieri stagionali della Juve Stabia.
DA TOSCANO A SHPENDI, I SIMBOLI DEL TRIONFO DEL CESENA
VOLTI DA COPERTINA - Poi ci vogliono chiaramente i giocatori in grado di fare la differenza e di spiccare sugli altri per consentire ad un organico con valori complessivamente medi di andare oltre le proprie possibilità e di cominciare a vincere le partite non più soltanto di misura. E la Juve Stabia l’ha trovato in Andrea Adorante, bomber classe 2000 passato dalle giovanili dell’Inter (nel 2017 vincitore del Torneo di Viareggio) e dal Parma poi, prelevato a metà stagione dalla Triestina. L’ingranaggio che mancava per far raggiungere la perfezione alla macchina da guerra allestita da Pagliuca. Un’altra intuizione da 10 e lode del ds Lovisa. In 15 partite realizza 12 reti e consente ai suoi di creare il solco definitivo in classifica, di alzare ancora una volta il ritmo nel momento del bisogno e di lasciarsi alle spalle prima la rivelazione Picerno, poi Avellino e Benevento. Ossessionato dal gol, studiano i colpi del grandi campioni del passato come Van Basten e Crespo o quelli più contemporanei come Lewandowski.
Lui, come l’esperto esterno sinistro Daniele Mignanelli o i due difensori centrali Matteo Bachini e Marco Bellich (ritrovatisi dopo l’esperienza di Lucca, guarda caso con Pagliuca in panchina) ma anche i giovani centrocampisti Federico Romeo (ex Fermana, 4 gol) e Giuseppe Leone (arrivato col tecnico da Siena) o mister 10 gol Leonardo Candellone: volti da copertina di una Juve Stabia che fa festa dopo una stagione da underdog. La forza delle idee, prima di tutto.
PAGLIUCA COME ULISSE - Un’impresa lunga quanto un viaggio, un interminabile viaggio verso casa - la Serie B che manca dalla stagione 2019/2020 - parafrasando l’epico accostamento che la società campana ha voluto proporre sui propri canali social col ritorno nell’amata Itaca dell’eroe Ulisse. Un viaggio non privo di ostacoli ma che ha trovato in Guido Pagliuca l’altro grande artefice di questo piccolo capolavoro: a distanza di 13 anni dall’incredibile promozione in Seconda Divisione (la vecchia C2) alla guida del Borgo a Buggiano, l’allenatore nativo di Cecina l’ha fatta davvero grossa. Messa da parte la delusione dell’epilogo della passata stagione, quando aveva saputo trascinare il Siena alla qualificazione ai play-off (per la seconda volta di fila dopo il traguardo colto con la Lucchese) prima che la penalizzazione per le vicissitudini societarie del club toscano cancellassero tutto, ha ascoltato il consiglio del mentore Giuseppe Papadopulo (decano delle panchine in Serie C, toscano come lui ma con un'innata passione per il Sud) e ha colto l’opportunità, per la prima volta lontano da casa. Lo ha fatto con l’entusiasmo e la passione che gli hanno consentito di instaurare da subito un legame intenso e genuino coi suoi calciatori, qualcosa che alla lunga ha saputo essere il vero valore aggiunto nella lunga cavalcata verso quello che, settimana dopo settimana, da sogno è diventato sempre più una solida realtà. Andando talvolta anche sopra le righe, come in occasione di quello schiaffo rifilato al suo calciatore Bilal Erradi, colpevole di essere costato il gol del pareggio nel finale (e due punti in classifica) contro il Monterosi per un ultimo possesso di palla mal gestito. Tre turni di squalifica che non hanno scalfito il patto d’acciaio all’interno dello spogliatoio.
IL MANTOVA E' IN SERIE B DOPO 14 ANNI: I PROTAGONISTI
LA FORZA DEL GRUPPO - 21 vittorie, 11 pareggi e appena 3 ko: Avellino staccato di 11 punti, come il Benevento dopo lo 0-0 al “Vigorito” che ha blindato pure aritmeticamente la vittoria di un campionato 5 anni dopo quello della Juve Stabia 2018/19 targata Fabio Caserta. Lo stadio di casa, il “Menti”, è tornato ad essere un fortino inespugnabile, con 12 successi e 5 pari e l’ultima sconfitta che risale al 19 marzo di un anno fa. Ma se per Mantova e Cesena, vincitrici nei gironi A e B, il rendimento fuori dall’ordinario del reparto offensivo è stata la prerogativa per annichilire la concorrenza, Pagliuca e le sue Vespe hanno riportato in auge una filosofia che non passa mai di moda. Soprattutto quando non hai i favori del pronostico. Se la migliore difesa è l’attacco, è altrettanto vero che chi vince i campionati in Italia si contraddistingue spesso per la capacità di raggiungere un equilibrio di squadra che gli altri non hanno. Si spiegano così gli appena 20 gol concessi agli avversari dopo 35 giornate - a lungo nel girone d’andata la Juve Stabia ha avuto la retroguardia meno battuta d’Europa - e i 20 clean sheet stagionali del portiere Demba Thiam. Conseguenza di un modo di intendere il calcio che è stato l’esaltazione del collettivo: 19 marcatori differenti, col difensore Blessich a quota 5 reti, mai così prolifico in carriera e terzo nella classifica dei cannonieri stagionali della Juve Stabia.
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VOLTI DA COPERTINA - Poi ci vogliono chiaramente i giocatori in grado di fare la differenza e di spiccare sugli altri per consentire ad un organico con valori complessivamente medi di andare oltre le proprie possibilità e di cominciare a vincere le partite non più soltanto di misura. E la Juve Stabia l’ha trovato in Andrea Adorante, bomber classe 2000 passato dalle giovanili dell’Inter (nel 2017 vincitore del Torneo di Viareggio) e dal Parma poi, prelevato a metà stagione dalla Triestina. L’ingranaggio che mancava per far raggiungere la perfezione alla macchina da guerra allestita da Pagliuca. Un’altra intuizione da 10 e lode del ds Lovisa. In 15 partite realizza 12 reti e consente ai suoi di creare il solco definitivo in classifica, di alzare ancora una volta il ritmo nel momento del bisogno e di lasciarsi alle spalle prima la rivelazione Picerno, poi Avellino e Benevento. Ossessionato dal gol, studiano i colpi del grandi campioni del passato come Van Basten e Crespo o quelli più contemporanei come Lewandowski.
Lui, come l’esperto esterno sinistro Daniele Mignanelli o i due difensori centrali Matteo Bachini e Marco Bellich (ritrovatisi dopo l’esperienza di Lucca, guarda caso con Pagliuca in panchina) ma anche i giovani centrocampisti Federico Romeo (ex Fermana, 4 gol) e Giuseppe Leone (arrivato col tecnico da Siena) o mister 10 gol Leonardo Candellone: volti da copertina di una Juve Stabia che fa festa dopo una stagione da underdog. La forza delle idee, prima di tutto.