Padoin: 'Allegri mi ha trasmesso tranquillità, Conte grande allenatore. Sul Cagliari...'
A Torino le facevano il coro che ha fatto il giro d’Italia: «Che ci frega di Higuain, noi abbiamo Padoin». Da antipersonaggio è diventato personaggio.
«Fa piacere. Non so chi l’ha inventato, penso sia nato sul web. Ma quel coro mi gasava. Perché se entri in campo e senti una cosa del genere non puoi non caricarti».
Per tutti i tifosi era il talismano bianconero...
«Un’altra cosa nata sul web che mi ha fatto piacere. Ma voglio essere protagonista in campo».
Ma torniamo al personaggio: ora a Cagliari lo deve diventare. Leo è uno degli acquisti di punta.
«Non voglio esserlo. Vado in difficoltà, perché non credo di meritare tutte queste attenzioni. Ma se diventare leader vuol dire farsi sentire, dare l’esempio, umilmente, ecco questo lo farò».
Dicono che lei in allenamento va sempre a duemila.
«E’ vero. Serve perché meglio ti alleni e più ti trovi a tuo agio la domenica».
Chi l’ha portata a Cagliari?
«La prima telefonata me l’ha fatta Storari. Siamo amici, mi ha detto che il presidente mi voleva, ho capito che fanno sul serio. I tempi per cambiare erano maturi, alla Juventus avevo meno spazi».
Lei è friulano: ha mai pensato di tornare a casa e andare all’Udinese?
«Non mi hanno mai cercato e uno deve andare solo dove lo vogliono».
Resta la beneficenza che fa nella sua Gemona, la città che 40 anni fa fu colpita dal terremoto.
«Non ero nato, e i miei allora vivevano a Tolmezzo. Però i miei (papà ha un’azienda di calcestruzzi, ndr) hanno vissuto un mesetto in tenda. Ho tanti amici. E la serata benefica estiva è un modo per stare vicino a quelli storici, come Giulio Contessi (presidente del fan club dedicato a Simone, ndr), ai primi allenatori, come Mario Bovolini. Il terremoto è stato terribile, sono orgoglioso di come Gemona ha ricostruito tutto».
Torniamo al calcio e chiariamolo: è terzino o mezzala?
«Nasco mezzala, gli ultimi due anni li ho fatti da terzino, con Conte ho fatto sempre l’esterno destro nel 3-5-2. Ma, davvero, va bene tutto».
Cosa le ha insegnato Conte?
«Auguro a tanti giovani la fortuna di avere uno così che ti fa ripetere le cose all’infinito finché non le fai bene. Impari tante cose da uno come lui, anche se gli allenamenti sono molto pesanti. Pure noi al Cagliari dovremmo ispirarci a lui. E’ un grande allenatore dal punto di vista tattico. Ma è anche un grande motivatore che tratta tutti allo stesso modo: se Buffon e Pirlo non si fossero allenati con lui non sarebbero scesi in campo».
Cosa le ha insegnato Allegri?
«Mi ha trasmesso tranquillità, è bravo a gestire le personalità dei calciatori. E’ intelligente. Guardi come ha saputo gestire all’inizio i giovani e nuovi Morata, Dybala e Rugani. E cosa sono ora».
Lo scudetto più bello alla Juve?
«Il primo, il più insperato, avevamo di fronte un Milan fortissimo. Fu uno scudetto vinto soprattutto dal gruppo. Ora la squadra è fortissima e se arriva Higuain a dicembre avrà già vinto».
I compagni più forti che ha avuto a Torino?
«Di getto direi Buffon e Pirlo, ma mi faccia aggiungere Barzagli, mio compagno di stanza, un professionista esemplare».
Cosa si aspetta da Cagliari e dal Cagliari?
«Ho un entusiasmo incredibile. So che dobbiamo giocare per salvarci. Non vedo l’ora di vedere bene il mare del Poetto, e voglio anche mangiare presto il maialetto. Storari mi ha detto che è fantastico. Ero venuto in Sardegna in vacanza con i miei, ma al Nord».
E’ in attesa del terzo figlio: nascerà in Sardegna?
«Certo, nascerà a Cagliari. Con mia moglie Valentina abbiamo già pianificato tutto. Abbiamo due gemelli di un anno e mezzo. E ci fermiamo a tre».
