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    Paco Alcacer fa sognare il Valencia: nel nome di Villa e del papà che non c'è più

    Paco Alcacer fa sognare il Valencia: nel nome di Villa e del papà che non c'è più

    • Andrea Distaso
    Autentico protagonista con la tripletta, la prima in carriera, realizzata contro il Basilea nell'esaltante notte del "Mestalla", Paco Alcàcer incarna alla perfezione il concetto di resurrezione, che mai come in questo momento si sposa con l'impresa compiuta dalla sua squadra, che doveva rimontare il pesante 0-3 subito in Svizzera nell'andata dei quarti di finale di Europa League. Il bomber classe 1993 della formazione levantina si porta dietro una di quelle storie che non si vorrebbero mai raccontare, ma che rendono ancora più epiche le sue gesta e che aggiungono un ulteriore tocco di romanticismo ad una serata ricca di emozioni già di per sè per il calcio spagnolo.

    IL NUOVO GUAJE - Enfant prodige del settore giovanile del Valencia, Paco Alcàcer è accompagnato dall'appellativo di "nuovo Villa" sin da quando segnava reti a raffica all'età di 16 anni nelle formazioni giovanili del Valencia e mostrava il suo incredibile fiuto del gol anche con la nazionale spagnola Under 17 (con cui giunse al secondo posto nell'Europeo 2010 disputato in Lichtenstein). Col Guaje, oltre alla militanza nella stessa società, condivide una rapidità e un istinto per la rete all'interno dell'area di rigore che è tipica solo dei grandi attaccanti. Eppure, dopo aver debuttato a soli 17 anni in prima squadra in una gara di Copa del Rey contro il Logrones, il suo cammino con la prima squadra è stato tutt'altro che semplice. A partire da quell'episodio che gli avrebbe cambiato la vita per sempre... Il 12 agosto 2011, in occasione dell'amichevole disputata contro la Roma di Luis Enrique, realizza il gol del definitivo 3-0, il suo primo di fronte al pubblico del "Mestalla". Sugli spalti c'era anche papà Paco, incapace di reggere ad un'emozione così forte e spentosi per un infarto poche ore dopo quella maledetta partita.

    Tre sole presenze in campionato da subentrante in quella stagione, poi il prestito a Getafe, dove segna i suoi primi 3 gol in Liga, ma dei 21 gettoni collezionati solo 6 sono da titolare. Il ritorno a casa non è di quelli sperati perchè la squadra, fortemente condizionata dalla delicata situazione societaria, stenta e salta anche la panchina di Djukic, che aveva concesso pochissime occasioni ad Alcàcer. L'arrivo di Pizzi cambia tutto: Paco inizia a giocare con continuità e segna (sono 14 i gol a referto in 30 presenze e non tutte dal 1'), in coppia con l'ex Napoli Edu Vargas, con cui l'intesa cresce ogni partita sempre di più. Come si è visto ieri sera, con quella tripletta che ha mandato in visibilio il popolo "che": due reti di astuzia, da bomber consumato, e un sinistro terrificante all'incrocio per il momentaneo 3-0, un misto di tecnica, coordinazione e potenza. E con la tripla dedica rivolta verso il cielo, lì dove sta papà. Il suo angelo custode, che dall'alto continua a seguire questo ragazzo che si vergogna sempre di meno di essere paragonato a un certo David Villa.

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