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    Otto gare e niente infrastrutture: Milano-Cortina è uno spezzatino peggio del campionato

    Otto gare e niente infrastrutture: Milano-Cortina è uno spezzatino peggio del campionato

    • Fernando Pernambuco
    Altro che una partita su una piattaforma, una su Dazn, l'altra su Sky, oppure su Amazon. Venerdì, Sabato, Domenica, Lunedì, sballottati tra anticipi e posticipi con relative polemiche (“Io ho giocato dopo”, “Gli altri si sono riposati un giorno in più”). Altro che spezzatino: le Olimpiadi Invernali del 2026 sono carne macinata. E il polpettone non tiene. Strombazzate, nel 2019, come una grande vittoria dell'Italia, con Zaia, governatore del Veneto (leghista) che abbraccia Sala (sindaco milanese di “sinistra”) durante la presentazione di Milano-Cortina, ora sembrano un gran casino.

    Non si tratta solo della dolorosa buccia di banana del bob, che finirà a Sankt Moritz in Svizzera, bensì di troppe sedi e relativi interessi regional municipali: Cortina, Lombardia, Alto Adige. Troppi galli in un pollaio, e soprattutto la “Perla delle Dolomiti” che sembra essere diventata “Il Pirla delle Dolomiti”. A Cortina non solo non si rifarà la pista di bob (troppi soldi per una “specialità di pochi”, problemi ambientali, sprechi che allertano la Corte dei Conti) con relativa e stonata emigrazione delle gare in Svizzera. Ma non si terrà nemmeno una delle discese maschili. Niente skeleton, fondo, hockey, pattinaggio, biathlon. Resta solo il curling. D' accordo che lì siamo forti, però “Otto gare si fanno in una mattina” tuona Zaia. Allora il diplomatico e creativo Malagò tira fuori “il coniglio dal cilindro” ovvero fa una di quelle proposte a cui si può tranquillamente dire di no: offre i Mondiali di sci giovanile del 2028. “Più che un coniglio, un criceto” risponde Zaia. Intanto le discese maschili andranno in Valtellina, il fondo in Val di Fiemme, l'hockey e il pattinaggio a Milano, il biathlon a Anterselva, lo skeleton boh? O in Alto Adige o all'estero anche lui. Insomma, Cortina ci ha messo il nome per trainare le altre sedi e restare con otto gare, che forse non si fanno in una mattinata, però in due sì. Così, oltre al danno, ci sarebbe anche la beffa.



    Niente nuova pista di bob al posto dell'antica, inadeguata (intitolata al “rosso volante” Eugenio Monti, campione sfortunato, morto suicida nel 2003) e forse nemmeno nuovi interventi edilizi, villaggi per gli atleti, niente “occasione eccezionale per la crescita dei territori utilizzati”. Se si prevedono solo otto gare, infatti, vale la pena costruire un nuovo villaggio olimpico, creare nuove infrastrutture? Se lo comincia a chiedere anche la Corte dei Conti che vuole controllare se non si sia messa troppa carne al fuoco in termini di budget e progettazioni legati a finalità, tutto sommato, modeste. Insomma, nuovi alberghi, nuovi centri (“saranno utili per ospitare gli studenti”), nuovi spazi perché Cortina deve approfittare dell'opportunità unica delle Olimpiadi, che però - sembrerebbe - si svolgono in massima parte in altri luoghi. Lì non ci stanno a concedere nemmeno una garetta. Il collega di Zaia, Attilio Fontana, governatore lombardo, ha detto: “Dispiace per l'impossibilità di realizzare la pista di bob a Cortina (...) ma non ci sono spazi e motivazioni per cambiare la sede già definita delle gare, sottraendole alla Lombardia”. Già: “Spiaze”.

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