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    Orsato: 'Dovevo fare l'elettricista, piansi per la finale di Champions del 2020. Ho 46 anni ma ancora molti stimoli'

    Orsato: 'Dovevo fare l'elettricista, piansi per la finale di Champions del 2020. Ho 46 anni ma ancora molti stimoli'

    Non capita molto spesso che un arbitro decida di aprirsi di fronte alla stampa e confessi le sue emozioni più profonde per il proprio lavoro. Daniele Orsato ha deciso di rompere con la tradizione, rilasciando un'interessante intervista al Corriere Veneto. Confessando, per esempio, la sua profonda emozione per la designazione in occasione della finale di Champions League del 2020: "Mi stavo allenando a Recoaro quando mi arriva una videochiamata da Rosetti, designatore Uefa. Mi fa una domanda: 'Sei pronto per fare un’altra partita?' Ma in quel periodo l’unica partita da giocare era la finale di Coppa tra Paris Saint-Germain e Bayern Monaco. Sono tornato a casa, mi sono seduto sul letto e ho pianto. Quando i miei figli mi hanno visto con le lacrime hanno capito subito che mi era stata assegnata la finale e ci siamo abbracciati. Devo dire che la notizia della designazione è stata un’emozione ancora più grande dell’arbitraggio".

    Orsato ha raccontato pure quello che è stato il percorso che lo ha portato al mondo dell'arbitraggio: "Da ragazzino avevo la curiosità di sapere perché si accendeva la luce e il mio obiettivo era di diventare elettricista. Ho studiato al centro di formazione professionale di Trissino e poi ho trovato lavoro. Il primo giorno indossai la tuta blu e in mano avevo la cassetta degli attrezzi, uscii di casa e aspettai lungo la strada i colleghi che mi dovevano passare a prendere. Su quella strada, mentre aspettavo, pensai che il mio sogno lo avevo raggiunto".

    Sul suo modo di essere arbitro:" In campo sono serio e addirittura burbero, nella vita di tutti i giorni sono diverso, molto più tranquillo e allegro. È il ruolo che rivesto per 90 minuti che mi porta ad essere rigoroso e a volte anche duro".

    Il prossimo grande traguardo a livello internazionale si chiama Mondiale e porta dritto in Qatar: "Sto proseguendo la preparazione per la selezione di fine maggio. Diciamo che il mio obiettivo era di fare gli Europei e l’ho centrato e mi considero davvero soddisfatto. Oggi ho 46 anni e sono l’arbitro più vecchio al mondo anche se per risultanze tecniche e test atletici non ho problemi. Aggiungo che l’amicizia che mi lega al nuovo designatore, Gianluca Rocchi, è stata importante perché dopo la finale di Champions League e le direzioni agli Europei potevo avere una caduta di stimoli ma lui mi ha spinto a tener duro e a pensare al campo perché è da qui che arrivano sempre grandi soddisfazioni. Incrociamo le dita perché la prossima soddisfazione della mia carriera coincida col Mondiale in Qatar".

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