Oronzo Canà allenatore patentato: Prandelli, ascoltami. Punta su Balotelli e Cassano: se non litigano, vinciamo noi
Renzo Ulivieri, presidente dell'associazione italiana di categoria, gli ha consegnato il tesserino ad honorem di allenatore perchè nei suoi film, il settantottenne attore pugliese ha interpretato in modo divertente e passionale il ruolo di tecnico di una squadra di calcio. Bizona e modulo 5-5-5 sono i suoi cavalli di battaglia. Ironico, gentile, disponibile, Banfi ha confidato a calciomercato.com tutta la sua soddisfazione ricordando che il merito della nascita di Canà sia stato tutto di Nils Liedholm. "Un giorno ci incrociammo e il Barone mi disse: tu sei veramente bravo. Perchè non pensi di girare un film sugli allenatori di calcio?".
“Ecco perchè era ora che Ulivieri mi facesse allenatore. Era nella mia primavera a Coverciano, poi gli anni passano per tutti. Pasquale Zagaria, nonno Libero e Lino Banfi sono felici per questo riconoscimento. L’uscita de ‘L’allenatore nel pallone’ risale a 30 anni fa. Sembra ieri e, quando vado all'Olimpico a vedere la Roma, mi gridano sempre ‘Vieni fuori Canà’. Spero che sulla mia tomba, in futuro, ci sarà scritto ‘Vieri fuori Canà’".
Banfi è scatenato: "Ho sentito Prandelli così come Garcia. Il tecnico giallorosso è poetico, io lo chiamo Garcia Lorco. A Balotelli consiglio Insigne e Immobile e non perché è ‘immobile ‘, anzi. Se Balotelli e Cassano non litigheranno tra loro, saranno cavoli per tutti gli avversari...".
Con quale schema deve giocare l'Italia in Brasile? "Schema? Tre avanti e poi tutti indietro. Balotelli serve De Rossi che si fa fare fallo. Batte Pirlo e il gioco è fatto". .
Oronzo Canà non dimentica il suo Bari: "La Bari andava presa, l'ho detto ai Paparesta. Siamo nelle mani di Francesco, finché Papa-resta... Papa Ratzinger l'ho visto, e sono stato l’unico unico a farlo, quando ha deciso di lasciare il suo ruolo. Lui ha quattro suore pugliesi e conosce bene la Puglia: mangia tutti i nostri prodotti. Peccato, però, non conosco ancora Papa Francesco. Trapattoni? Un mio ragazzo, lui fischiava e io facevo il pernacchio. Consiglio alla Nazionale non amuleti, ma le cozze pelose della Puglia: contengono calcio e fosforo. Consiglio alle mogli di stare vicine ai propri mariti. Le tentazioni sono parecchie. Al Bari mi nascondevo negli armadi perché i calciatori sono impertinenti. Molti giornalisti dicevano che i nostri film erano di serie C e oggi si scusano, questo è motivo di orgoglio. L'’Allenatore nel pallone’ ha lasciato il segno". Non ci sono dubbi.
c.m.