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Ormezzano racconta Platini: da sempre contro il Var, secondo Michel sono tre le cose che fanno la differenza nel calcio
Platini è sempre stato contro il Var, anche quando non esisteva ancora, dicendoci ad esempio, e in ottimo italiano: “A parte il fatto che la tecnologia può essere taroccata, il calcio è bello anche perché sbilenco, assurdo, strano e matto, onesto e bandito, sempre da discussione forte al Bar Sport. Gli errori di un arbitro fanno parte dello show, senza di essi anche voi giornalisti campereste meno bene”.
E poi: “Per proteggere il calcio-spettacolo tre provvedimenti: abolire il retropassaggio al portiere (n.d.r.: fatto, almeno quello di piede), punire duramente i giocatori troppo aggressivi, a parole e gesti, con l’arbitro (idem, sia pure moderatamente), obbligare il giocatore al quale è stato fischiato un fallo a staccarsi subito dal pallone, e senza gettarlo lontano, come nella pallanuoto dove si espelle per venti secondi chi non ottempera” (da fare, ma chi lo fa?).
E poi: “Il futuro del calcio è nelle donne. Giocano bene, con la stessa allegria che frequentavo io”. Profezia forte, temeraria addirittura, e però in corso di realizzazione.
E infine (da meditazione): “Gira e rigira, schemi e tattiche, scienza e astuzia, alla fine nel calcio professionistico di un certo livello tre sole cose fanno la differenza fra squadre che più o meno si equivalgono: l’arbitro, in buona o mala fede; la fortuna; la prodezza individuale”. Quel nostro rimpianto Platini d’antan usava per la verità un termine anatomico per dire fortuna e sulla prodezza precisava: “Ma un Platini capace di essa nasce solo ogni duemila anni”.