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    Ormai è accertato, Fonseca non sa difendere: Dio salvi la Roma da Old Trafford

    Ormai è accertato, Fonseca non sa difendere: Dio salvi la Roma da Old Trafford

    • Enrico Maida
      Enrico Maida
    Il Cagliari agguanta il Benevento e torna a sperare, per non dire di più, in una salvezza che sembrava impossibile. La Roma, invece, sente il fiato del Sassuolo che la insegue a tre punti di distanza e può soffiargli anche il settimo posto. La cosa più ovvia da dire è che Fonseca e i suoi ragazzi avevano la testa a Manchester, ma non mi sento di sostenere questa banalità. Avere la testa a Manchester significa mostrarsi concentrati, aggressivi, rapidi di piedi e di testa. Che Dio ci salvi da Old Trafford e dall’incubo di un 7-1 che non può essere dimenticato.

    Nainggolan, che avrebbe potuto essere l’uomo del giorno visto il suo cuore diviso a metà, ha pensato bene di farsi squalificare per evitare ogni imbarazzo. Il povero Semplici, chiamato a sostituire Di Francesco, perde anche Pereiro per colpa di questo maledetto Covid che proprio in Sardegna sta colpendo duro. Fonseca si affida per altro a una formazione improbabile nella quale, a parte il ritorno di Smalling spicca la scelta di Santon, che i romanisti avevano dimenticato in soffitta. Proprio Santon è subito protagonista negativo quando Nandez, una spina nel fianco di Bruno Peres, mette al centro un pallone che gli passa davanti favorendo l’irruzione di Lykogiannis, che porta avanti il Cagliari. Sono passati appena 4 minuti, tutto troppo facile.

    La Roma cerca di ricomporsi. Tra i più attivi, per la prima volta su questi schermi, c’è Carles Perez che dopo un applaudito coast to coast concluso con tiro pregevole firma personalmente il pareggio. L’assist è di Pellegrini in versione trequartista, il gol del pari è di Carles Perez, conclusione in due tempi dopo aver colpito il palo. Una zuccata di Fazio potrebbe addirittura portare in vantaggio la Roma senza l’ottima parata di Vicario. Per la legge della simmetria un’analoga occasione capita a Godin.

    La giostra del gol nel secondo tempo, a Cagliari come altrove, spiega in parte perché l’Inter, vincendo le partite per 1-0 si porta a casa lo scudetto. Fonseca, per esempio, non sa difendere, ormai è accertato. Marin segna con un tiro da fuori che gli viene come gli viene, perché l’uomo che dovrebbe marcarlo dorme. Joao Pedro realizza di testa il quindicesimo gol della sua stagione saltando senza opposizione su un corner come tanti. Fotocopia del gol di Fazio, che Godin lascia saltare senza opposizione.

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    IL TABELLINO

    Cagliari-Roma 3-2 (primo tempo 1-1)


    Marcatori: 4' p.t Lykogiannis (C), 26' p.t Perez (R), 12' s.t Marin (C), 18' s.t Joao Pedro (C), 24' s.t Fazio (R)

    Assist: 4' p.t Joao Pedro (C), 12' s.t Simeone (C), 18' s.t Marin (C), 24' s.t Perez (R)

    Cagliari (3-4-1-2): Vicario; Ceppitelli, Godin, Carboni; Nandez, Deiola, Marin (37' s.t Duncan), Lykogiannis (29' s.t Zappa); Joao Pedro; Pavoletti (29' s.t Cerri), Simeone (37' s.t Rugani). All. Semplici

    Roma (3-4-2-1): Pau Lopez; Mancini, Smalling (13' s.t Cristante), Fazio; Santon (13' s.t Karsdorp), Diawara (30' s.t Veretout), Villar, Bruno Peres (1' s.t Spinazzola); Pellegrini (13' s.t Mkhitaryan), Perez; Mayoral. All. Fonseca

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