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    Origi dopo Botman, perché il Milan compra quasi esclusivamente all'estero

    Origi dopo Botman, perché il Milan compra quasi esclusivamente all'estero

    • Federico Zanon
    Comprare con criterio, prevalentemente all'estero. Il Milan ha da tempo intrapreso una strada nuova, che sta portando a grandi risultati. Sportivi, con la squadra che nell'ultimo anno è tornata a vivere le emozioni della Champions League e a lottare in Italia per lo scudetto, ed economici, con l'ultimo bilancio che ha registrato una perdita di 96,4 milioni di euro, ma è in riduzione di 98,2 milioni rispetto alla perdita consolidata dell’esercizio 2019/2020, pari a 194,6 milioni. La gestione Maldini e Massara, con la supervisione di Elliott funziona, il Milan guarda con ottimismo al futuro, l'obiettivo è alzare trofei e avere un club sano, autosufficiente. Senza debiti.

    LA SCELTA  - Per farlo bisogna lavorare bene sul mercato. Trovare giocatori  funzionali, in grado di far fare il salto di qualità, senza spese folli, in termini di cartellino, commissioni e, soprattutto, ingaggio. Per questo motivo il Milan guarda soprattutto all'estero, dove i costi spesso sono più bassi e i vantaggi fiscali alti. Nell'ultimo triennio oltre l'80% degli acquisti arrivano da fuori Italia e beneficiano quindi del Decreto Crescita, che da quando è entrato in vigore, il primo maggio 2019, ha portato la tassazione sul reddito dal 45% a circa il 25% per i lavoratori che non sono stati residenti in Italia nei due anni precedenti. Nelle ultime sessioni non hanno avuto agevolazioni fiscali le operazioni Bennacer, Krunic, Tonali, Messias, Florenzi e Mirante, le avranno invece Botman e Origi, molto vicini a vestire la maglia rossonera. Il belga, per intenderci, potrebbe firmare un accordo di quattro anni con ingaggio di 4 milioni di euro netti. Al lordo 'solo' circa 5 milioni.

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