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    Orgoglio Roma: batte 3-2 il Manchester United, ma è fuori. Servono molti rinforzi per Mourinho

    Orgoglio Roma: batte 3-2 il Manchester United, ma è fuori. Servono molti rinforzi per Mourinho

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Non sarà questa partita a dare un’idea della Roma al suo nuovo allenatore, ma di sicuro può essere usata da Mourinho per spiegare ai proprietari del club che un salto si può fare solo cambiando e rinforzando. Anche molto. La Roma ha battuto all’Olimpico un Manchester United in versione rallentata, gli inglesi non hanno mai forzato il ritmo, quasi mai alzato la velocità dell’azione, ma il modo dissennato di difendere della Roma ha agevolato le ripartenze dei Red Devils. Le notizie migliori per la squadra di Fonseca, oltre a una vittoria che almeno riporta mezzo sorriso a Trigoria, sono stati gli esordi in Europa di due ragazzini, Darboe (che aveva debuttato in campionato a Marassi contro la Samp pochi giorni fa) e Zalewski che ha propiziato l'autogol di Telles. Le notizie peggiori sono altri due infortuni muscolari, quelli di Smalling e Bruno Peres, che vanno ad aggiungersi agli altri otto rimasti fuori per acciacchi vari da questa sfida. 

    ORGOGLIO ROMA - Il fragoroso 6-2 dell’Old Trafford obbligava la Roma a giocare una partita d’orgoglio, come ha fatto dall’inizio alla fine, e ha indotto il Manchester a un atteggiamento poco aggressivo, perfino pigro in certi giocatori (Shaw su tutti). Eppure, nonostante la rabbia che alimentava la gara dei giallorossi e che alla fine li ha portati al successo, è stato lo United a segnare il gol dell’1-0 e, prima del vantaggio, ad avvicinarsi alla porta di Mirante con più pericolosità dei romanisti. Il Manchester non aveva questa gran voglia di battersi, ma questo non deve togliere molti meriti alla Roma. Nei 180' di questa semifinale la differenza di spessore e di forza è stata a favore degli inglesi, però all’Olimpico almeno la voglia di riscattarsi c’era. Se doveva essere un modo per salutare Fonseca, è stato un bel modo: 22 tiri a 13 in porta, più un palo, e 13 tiri a 5 nello specchio, questa è stata la Roma che dato l’addio all’allenatore e alla coppa. Il tecnico portoghese aveva preparato la gara tornando alla difesa a quattro per avanzare Mancini sulla mediana col compito di controllare il miglior giocatore del Manchester, l’ex novarese, udinese e doriano Bruno Fernandes. Modulo 4-1-4-1. La Roma è partita bene, nel primo quarto d’ora è arrivata per 4 volte alla conclusione sfruttando la lentezza degli inglesi e soprattutto la superficialità di Shaw che si è fatto soffiare da Karsdorp la palla su cui De Gea ha piazzato la seconda bella parata della sua serata romana. La prima era stata su un colpo di testa di Mancini che si era accomodato il pallone con una mano: fosse entrato in rete, il Var lo avrebbe annullato. 

    LA DIFESA SLABBRATA - In realtà la prima nitida palla-gol è stata del Manchester: Cavani, solo davanti a Mirante, ha tentato il pallonetto ma ha sbagliato la misura. Anche la seconda è stata dei Red Devils e stavolta Mirante ha fatto una paratona sullo stesso Cavani. Che al terzo tentativo non ha fallito: assist di Bruno Fernandes, sventola dell’uruguaiano, uno a zero per il Manchester. Come all’andata, ancora gli ex “italiani” a infierire su una squadra italiana, come accadrà anche in occasione del secondo gol inglese. Poco prima si era fermato di nuovo Smalling (altro problema muscolare, Trigoria ormai è sede della Croce Rossa) e Fonseca ha fatto debuttare in Coppa il giovane (2001) gambiano Darboe dopo l’esordio in campionato. Mancini è tornato in difesa. Le tre occasioni del Manchester sono nate grazie anche all’incerta linea difensiva della Roma, mai messa bene, sempre slabbrata, sempre sotto sopra, con movimenti assurdi, come quello di Ibanez che nell’azione del gol era distante 3-4 metri da Cavani. All’ultimo istante del primo tempo De Gea è stato decisivo su una conclusione da due passi di Mkhitaryan. 

    FANTASTICO DE GEA - Per passare, la Roma avrebbe dovuto segnare 5 gol in 45 minuti, senza subirne altri. Ci ha provato, eccome. A un certo punto ci ha perfino sperato. Nell’intervallo Solskjaer ha tolto Wan-Bissaka (ammonito e per quel brutto fallo su Bruno Peres ha rischiato il rosso diretto) per Williams e Shaw (che non aveva nessuna voglia di giocare) per Telles. Le sostituzioni del tecnico norvegese non hanno ravvivato la squadra, anzi, l’hanno proprio addormentata e la Roma ha fatto venti minuti scoppiettanti, ribaltando il risultato con i gol di Dzeko (assist di Pedro che in realtà voleva tirare in porta) e di Cristante (assist di Pellegrini). Le due reti sono arrivate con palle perse dai due mediani, la prima da Pogba, la seconda da Fred. Era il quarto d’ora esatto, la Roma avrebbe dovuto segnare tre gol per un’impresa storica. Che si sarebbe avvicinata ancora di più se De Gea non avesse fatto tre parate pazzesche, una dietro l’altra, su Dzeko, Pedro e Mkhitaryan. Parate decisive che hanno impaurito Solskjaer, così preoccupato da togliere Pogba: in una posizione più arretrata del solito, non era mai stato a suo agio. E’ entrato Matic. 

    ANCORA FERNANDES-CAVANI - Ma è bastato che Bruno Fernandes, trequartista strepitoso, tornasse a riprendere la scena per togliere ogni speranza alla Roma. Prima ha dato una palla-gol a Greenwood che l’ha sbagliata, poi però l’ha data a Cavani che non l’ha messa in rete. Quattro gol con due doppiette dell’ex palermitano e napoletano in 180' alla Roma, tredici gol in tutta la sua carriera rifilati ai giallorossi. Ma sulla seconda rete c’era una responsabilità chiara di Fonseca: Bruno Peres si era fatto male (altro guaio muscolare), doveva uscire subito, invece è rimasto in campo, ha tardato il rientro in difesa e il taglio di Cavani è stato (non) coperto da un attaccante, Mkhitaryan. Cavani è uscito dopo qualche spintone con Karsdorp, la Roma ha insistito ad attaccare cercando con lo spirito giusto il gol della vittoria. Mkhitaryan ha centrato il palo. 
    Fonseca ha fatto debuttare un altro giovanissimo (classe 2020), Nicola Zalewski, origini polacche (c’era Boniek in tribuna), e il ragazzino si è fatto subito applaudire girando in porta, con una conclusione al volo, un cross di Santon, entrato al posto di Bruno Peres. Il tiro di Zalewski è stato deviato da Telles, ma il gol era suo. Almeno una buona notizia per la Roma. 
     
     


    IL TABELLINO:
    Roma-Manchester United 3-2 (andata 2-6) 
    Marcatori: 39' e 68' Cavani, 58' Dzeko, 60' Cristante, 84' aut. Telles. 
    ROMA: Mirante; Karsdorp, Smalling (31' Darboe), Ibanez, Bruno Peres (69' Santon); Cristante, Mancini; Pedro (77' Zalewski), Pellegrini, Mkhitaryan; Dzeko (76' Mayoral). All. Fonseca. 
    MANCHESTER UNITED: De Gea, Wan-Bissaka (46' Williams), Bailly, Maguire, Shaw (46' Telles); Fred, van de Beek; Greenwood, Bruno Fernandes (84' Mata), Pogba (64' Matic); Cavani (73' Rashford). All. Solskjaer. 
    Arbitro: Brych. 
    Ammoniti: Wan-Bissaka, Fred, Cavani, Karsdorp, Cristante. 

       

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