Ora Allegri non ha più scuse, Vlahovic e Zakaria risolvono il problema del gol: la Juve andrà in Champions, resta fuori...
L’anno scorso, guidati dall’esordiente e impreparato Pirlo, l’obiettivo fu centrato solo nella mezz’ora finale dell’ultima partita, quella del suicidio napoletano contro il Verona.
Questa volta, pur essendo quinta, ad un punto dall’Atalanta che, però, ha una partita in meno, ero convinto che nulla avrebbe potuto salvare la Juve da un naufragio addirittura più grave. Restare fuori dall’Europa che conta senza potersi consolare con due piccoli trofei: la Coppa Italia e la Supercoppa.
Devo ammettere che sarei davvero uno sciocco se, dopo le partenze di Ramsey, Kulusevski e Bentancur, ma, soprattutto, dopo l’arrivo di Vlahovic e Zakaria, non avessi il coraggio e l’onestà di cambiare opinione.
Non si tratta di farsi travolgere dall’ondata emotiva che spinge una consistente parte dei tifosi juventini a pensare alla possibile conquista dello scudetto, ma di valutare con serietà e rigore quanto di nuovo e di prezioso ha portato il mercato invernale.
Prima di tutto, non solo è arrivato Vlahovic, ma - almeno fino a giugno - è rimasto Morata che, se non è una sua alternativa, è perlomeno un complemento. In più - almeno fino a giugno - c’è sempre Dybala.
Chi ci pensa si tolga dalla testa che Massimiliano Allegri li voglia far giocare tutti assieme in un ipotetico tridente. Ma che l’allenatore juventino, con questi tre, abbia a disposizione molte soluzioni è assolutamente certo. Le riserve saranno Kean e Kajo Jorge, e potranno tornare utili per spezzoni di partita, però il problema del gol dovrebbe essere risolto.
Finora Vlahovic ha segnato 17 reti nella Fiorentina (di cui cinque su rigore) e non si capisce perché dovrebbe cominciare a rallentare nel momento in cui passa ad una squadra teoricamente più forte.
A meno che il (non) gioco di Allegri non lo penalizzi al punto da far registrare un regresso. Sarebbe, ovviamente, gravissimo, a maggior ragione se l’altro acquisto, Denis Zakaria, pur essendo un centrocampista, sa buttarsi dentro l’area e andare a concludere con buona precisione e felicità di tiro.
Quante volte, quando gli si è fatto notare i pochi gol fatti dalla squadra, Allegri ha replicato dicendo che mancavano quelli dei centrocampisti?
Ora non avrà più scuse. Primo, perché è arrivato il capocannoniere della serie A, secondo perché Zakaria sa fare tante cose, tra cui gol.
Ma c’è un altro motivo per cui la Juve è migliorata nei singoli diventando ancora di più una squadra fisica. È l’altezza di dieci elementi: cinque sul metro e novanta e oltre, cinque sopra il metro e ottanta. L’ha mostrato con un bel grafico la Gazzetta dello Sport di oggi 3 febbraio.
Ora non si tratta esattamente di un dettaglio, ma di una caratteristica precisa. Allegri predilige i giocatori forti e strutturati perché il suo calcio, ben lungi dall’essere codificato, è un calcio di contrasti vinti e di ripartenze in campo aperto.
Certo la responsabilità dell’allenatore aumenta. La Juve probabilmente non era da scudetto nemmeno prima, ma il quinto posto, dopo mesi di inseguimento, rappresenta comunque un insulto. Resta da vedere se e chi cederà tra quelle che la precedono. Dubito che sia l’Atalanta che, di solito nel girone di ritorno, vola. E allora chi?
Non il Napoli che, per me, può ancora vincere lo scudetto. Magari, se perde il derby, crolla il Milan. Non è un auspicio - ci mancherebbe - è una semplice possibilità.