Omicidio Lecce: uccide la moglie per una foto social e poi si suicida
Nulla avrebbe fatto presagire che dietro tutto questo potesse accadere l’impensabile.
Sembrerebbe che a scatenare la furia omicida di Matteo Verdasca sia stato un commento riguardante una foto che lo ritraeva con sua moglie su Instagram.
In attesa di riscontri definitivi, gli inquirenti hanno subito provveduto a rimuovere i loro profili social.
L’omicidio-suicidio è avvenuto nella notte tra sabato e domenica: la 38enne Donatella è stata colpita dal marito con quattro coltellate, di cui una alla gola, in camera da letto. Il marito è poi salito sulla sua auto dirigendosi a Veglie, paese dei suoi genitori. Non avendo trovato nessuno ha subito chiamato sua madre confessandole il misfatto e chiedendole di mettere al sicuro i bambini perché di lì a poco si sarebbe ammazzato. Il corpo di Matteo Verdasca è stato ritrovato domenica mattina all’alba completamente carbonizzato.
È veramente inspiegabile come si possa arrivare a compiere tali gesti per una morbosa gelosia scatenata da una banalissima foto sui social.
Ma facciamo un passo indietro: questo non è che uno dei tantissimi casi di cronaca nera che vedono protagonisti i sentimenti amorosi di giovani coppie.
La gelosia è caratterizzata, come tutti sappiamo, da ansia, paura, insicurezza e quando essa diviene eccessiva può facilmente interferire con la razionalità e con i pensieri dell’uomo.
Il mondo digitale ha esponenzialmente amplificato questo sentimento poiché ogni attività che svolgiamo, se postata sui social, diviene di dominio pubblico e tutti possono averne facile accesso.
È come avere a portata di mano la nostra ossessione 24 ore al giorno.
È proprio questo uno dei tanti lati oscuri dei social che assumono oggi un ruolo sempre più attivo nell’alimentare forme di dipendenza, anche amorosa.
È forse giunto il momento di interrogarsi su tutto questo?