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    L'Olanda sta peggio di noi: fuori anche dal Mondiale. E il futuro non sorride

    L'Olanda sta peggio di noi: fuori anche dal Mondiale. E il futuro non sorride

    • Federico Rana
    "L'erba del vicino è sempre più verde" recita un noto proverbio, che sottolinea come guardare l'operato altrui può essere spesso e volentieri demotivante, specie nei momenti di difficoltà. Come quello che sta vivendo la Nazionale di Ventura nelle qualificazioni per il Mondiale 2018, dopo il pareggio di venerdì sera a Torino contro la Macedonia. Ma in questo caso, guardando le situazioni delle rivali a livello continentale, gli Azzurri possono abbozzare un sorriso. Soprattutto in confronto ad una particolare.

    SPALLE AL MURO - Dopo aver clamorosamente mancato la qualificazione alla fase finale di Euro 2016, l'Olanda è a un passo dal rimanere fuori anche dai Mondiali in programma la prossima estate in Russia. La classifica del gruppo A parla chiaro: Francia prima con 20 punti,  al secondo posto, utile per giocarsi gli spareggi in programma il prossimo novembre,  la Svezia con 19, tre in più dell'Olanda. E martedì c'è in programma proprio lo scontro diretto. Ma per effettuare il sorpasso la nazionale allenata da Dick Advocaat dovrà svolgere un compito proibitivo: vincere con più di 7 gol di scarto per migliorare la differenza reti, primo criterio preso in considerazione in caso di arrivo a pari merito.

    AAA CERCASI - Un momento di estrema difficoltà per una Nazionale arrivata in semifinale nell'ultimo Mondiale, eliminata ai rigori dall'Argentina. Da quel 9 luglio 2014, per la nazionale Orange si è spenta la luce, come se ci fosse il sentimento comune di aver perso l'ultima chance di sfatare il mito di squadra bella ma perdente, almeno con questo gruppo. Dalla sconfitta dagli undici metri di San Paolo, infatti, molte cose sono cambiare. In primis c'è stato l'addio alla Nazionale di un giocatore come Dirk Kuyt, punto di riferimento per lo spogliatoio, a cui c'è da aggiungere un rendimento in costante calo di giocatori quali Sneijder, Robben e Van Persie con la maglia della propria nazionale. Oltre, dunque,  alla mancanza di un vero leader, c'è da aggiungere il cambio di commissario tecnico nel corso di queste qualificazioni, con Advocaat chiamato a sostituire Danny Blind. Da lì, 3 vittorie ed 1 sola sconfitta, contro la Francia. Ma un gioco ancora lontano dall'emozionare i tifosi. 

    GIOVENTU BRUCIATA - Il flop che si sta ormai per concretizzare, insieme a quello della mancata partecipazione ad Euro 2016,  è però, da associare ad un altro aspetto: la mancanza di ricambio generazionale. In un Paese che vanta, almeno sulla carta, alcuni dei migliori settori giovanili dell'intero panorama continentale (Ajax in testa), la nazionale fa fatica a trovare sostituti all'altezza rispetto a chi negli ultimi anni ne aveva fatto le fortune. Nella rocambolesca vittoria ottenuta ieri sul cambio della Biellorussia, la formazione titolare era composta da 8 giocatori di età superiore ai 26 anni. Ma il dato più preoccupante riguarda l'attacco. A supporto dell'unico centravanti di ruolo Janssen, classe '94, c'erano Robben e Babel, rispettivamente un classe '84 e un classe '86. Due giocatori over 30, titolari ieri come ad Euro 2008. 

    DOVE SONO FINITI? - Eppure, di prospetti a tinte orange negli ultimi anni ce ne sono stati diversi. Il talento su cui tutti, in Olanda e non, erano pronti a scommettere, è Memphis Depay. Lo ha fatto il Manchester United, che nell'estate 2015 mise sul piatto quasi 30 milioni di euro per portare all'Old Trafford l'allora vincitore del titolo di capocannoniere dell'Eredivisie. Con il numero 7 dei Red Devils sulle spalle però, Depay collezionò appena 33 presenze in due anni, senza riuscire a convincere né Van Gaal prima, né Mourinho poi, finendo al Lione nell'ultima sessione di mercato. Altro boom inesploso è Jordy Clasie,  che si mise in mostra con la maglia del Feyenoord, arrivando a scomodare paragoni importanti, senza però confermarsi al Southampton, approdando la scorsa estate in prestito al Brugge. E poi ancora Adam Maher, centrocampista classe '93 del PSV, inseguito da club importanti nell'estate 2016, finito ora in prestito all'Ankaraspor. Jetro Willems, difensore classe '94, prodotto del vivaio dello Sparta Rotterdam ma capace di mettersi in luce con la maglia del PSV, senza però riuscire a confermare quanto di buono lasciato intravedere nelle prime uscite da titolare, finendo in estate nelle fila dell'Eintracht Francoforte. Da non dimenticare Bruma, Zoet. L'elenco è lungo. Tanti sono i giovani tulipani che non sono riusciti a sbocciare come ci si poteva attendere. E intanto, l'Olanda è ormai ad un passo dal baratro della seconda eliminazione consecutiva da un impegno internazionale.

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