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    Olanda, 180 minuti per evitare lo choc

    Olanda, 180 minuti per evitare lo choc

    L’Olanda sta vivendo un momento drammatico a livello calcistico. La nazionale è sull’orlo del precipizio, a un passo dall’eliminazione: serve quasi un miracolo per disputare i prossimi Europei. L’Olanda deve battere il Kazakistan sabato e la Repubblica Ceca martedì e sperare in un passo falso della Turchia. L’ha detto anche van Persie oggi: “Dobbiamo vincere entrambe le partite, il resto non conta”. Ma non partecipare all’Europeo sarebbe un evento storico, l’ultima volta accadde nel 1984

    IL CAMMINO - La strada dell’Olanda è stata in salita. A farne le spese è stato un uomo di esperienza come Guus Hiddink: al suo posto, ufficialmente dall’1 agosto, il nuovo ct è diventato l’ex vice Danny Blind, con un contratto fino al 2018. A lui è stato chiesto di fare il miracolo e di portare l’Olanda in Francia. La situazione è complicata e si è aggravata con l’ultima sconfitta contro la Turchia. In testa, dopo 8 partite giocate, ci sono Repubblica Ceca e Islanda a 19 punti. Poi la Turchia a 12, l’Olanda è quarta a 10. Chiudono Lettonia e Kazakistan. Ricordiamo che le terze classificate dovrebbero poi disputare lo spareggio di qualificazione, solo le prime due hanno l’accesso diretto. I problemi per l’Olanda sono iniziati subito: sconfitta con la Repubblica Ceca, dopo la vittoria con il Kazakistan ha perso contro l’Islanda. Dopo il 6-0 con la Lettonia, l’1-1 con la Turchia, poi ancora una vittoria con la Lettonia. Le ultime due sconfitte contro Islanda e Turchia hanno complicato le cose, ora restano 180 minuti e un aiuto dalla Turchia, che gioca contro Repubblica Ceca e Islanda. 

    I TALENTI - L’Olanda paga anche i tantissimi infortuni: Robben, Strootman, De Vrij, Martins Indi e Willem, gli ultimi Quincy Promes, Klaassen e Janmaat. Al posto di Promes è arrivato Elia, per Klaassen c’è Bazoer. Tutti e tre erano stati convocati il 2 ottobre, segno della sfortuna che non vuole abbandonare l’Olanda. È una nazionale dove i ‘grandi vecchi’ come van Persie e Sneijder non sono più quelli di una volta, mentre i nuovi non sono ancora pronti. Memphis Depay, classe ’94, è il talento più importante, ma solo dall’estate è in un top club come il Manchester United. È mancata la generazione di mezzo, poi anche gli infortuni di giocatori fondamentali come Strootman e Robben hanno influito. E pensare che agli ultimi Mondiali la squadra di van Gaal aveva sorpreso tutti, fermandosi solo in semifinale. La maggior parte della squadra è giovane, probabilmente è mancata esperienza. Ma nei prossimi anni potrà tornare in alto. In porta Cillessen con Krul e Zoet. In difesa i più vecchi sono Bruma e van Dijk, due ’91. Kongolo e Rekik sono del ’94, i due Ajax Riedewald e Tete addirittura un ’96 e un ’95. A centrocampo Afellay e Sneijder, l'uomo che forse può essere decisivo, si affiancano al figlio del ct Daley Blind, Anita e Wijnaldum. In più i ‘sostituti’ Elia e Bazoer, anche lui giovanissimo, è del ’96. L’attacco ha più esperienza, oltre a Depay ci sono van Persie, Huntelaar, Bas Dost e Lens. Chissà, magari la svolta riuscirà a darla l’ultimo arrivato, l’uomo del momento in Olanda: Anwar El Ghazi. Classe ’95, con l’Ajax ha segnato 7 con in 8 partite in campionato quest’anno. Uno ogni 91 minuti giocati. Dovrà ripetersi in nazionale, per continuare a sperare in un biglietto per la Francia.   

    Guglielmo Cannavale

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