Odg Udinese:|Stadio e recupero infortunati
La settimana della sosta porta comunque temi di discussione in casa bianconera: primo fra tutti il nuovo stadio, che rimane tema caldo, anzi molto caldo. Dopo le parole dette in estate dal Paròn in merito ecco un nuovo argomento che rallenta il tutto: "o mi spiegano entro due mesi quando possono cominciare i lavori, o lo stadio lo farà qualcun altro. Se i lavori non si possono fare prima del 2013, possono cercarsi un altro che tira fuori i soldi per rifare lo stadio". Insomma, ci risiamo. Tra lungaggini burocratiche, illusioni di avere gli Europei (ben due edizioni), progetti che cambiano (Stadium plus fu accantonato), legge sugli stadi promessa e mai fatta, lo stadio rimane lì, con tutti i suoi problemi.
Ma la gente che ne pensa? In un recente sondaggio su questo sito molti avevano preferito una squadra forte piuttosto che un impianto nuovo. Opinione che però nasceva dall'emotività del mercato estivo. In più occasioni i friulani, infatti, hanno reclamato un impianto migliore. E oramai dal 2004 se ne parla. Nell'inverno di quell'anno la proprietà manifestò per la prima volta chiaramente l'idea di rifare il "Friuli". Poi, come abbiamo detto, una serie di eventi, ma ancora nulla sul piano pratico. L'amministrazione comunale, va ricordato, ha ricevuto l'appoggio chiaro e netto da parte del club, tanto che fece scalpore la decisione di mandare un sms agli abbonati chiedendo di votare per una parte politica pena l'inevitabile abbandono dell'idea di rifare lo stadio.
Insomma ne abbiamo viste e sentite e il Comune, va detto, nei limiti che gli sono imposti dalle leggi ha fatto il suo lavoro per accelerare alcune questioni annose come l'usufrutto della struttura con un contratto a lungo termine. Ma è bastato? Dove sta l'empasse? Probabilmente in Italia non si fa mai i conti con tutte le normative che regolano i lavori su impianti pubblici, con gare d'appalto inevitabili e che non facilitano di certo la situazione.
E' una via irta di problemi quella che si intraprende quando si decide di fare uno stadio: solo la Juve ne è uscita per ora, ma il costo che ha sopportato è talmente alto che un fallimento sportivo quest'anno avrebbe ripercussioni enormi.
Lazio, Roma, Milan, Inter sono altre big che vorrebbero rifare i loro impianti, ma per ora solo parole. Idem vale per Cagliari, Palermo, Genova dove la mazzata per i mancati europei del 2016 ancora si sente. Tutti, più o meno, si stanno leccando ancora le ferite, parlano, propongono, ma in sostanza sono fermi. Perfino a Venezia dove i magnati russi hanno preso il club neroverde in D, trovano enormi difficoltà a portare avanti il progetto del nuovo stadio di Tessera. Nella stessa città la questione fu uno dei motivi dell'addio di Zamparini.La via d'uscita sarebbe la provatizzazione degli stadi, o la cessione del terreno ai club: ma senza una legge ad hoc appare impossibile che questo avvenga.
Insomma preoccupano le parole del Paròn e i prossimi mesi appaiono sempre più decisivi. E visti i problemi che ha l'Italia, non siamo particolarmente ottimisti sull'approvazione della legge che cambierebbe le carte in tavola.
Oltre a questo c'è anche l'aspetto sportivo, quello più divertente a tenere compagnia: con la sosta l'Udinese spera di recuperare alcuni elementi di spicco come Pasquale, Floro e Domizzi. Tutti e tre potrebbero essere provati nell'amichevole di domenica. Se il test sarà positivo a Bergamo potrebbero partire titolari. Anche Coda sta recuperando e presto potrebbe rientrare a tempo pieno. Per Barreto invece non ci sono notizie particolari su un suo imminente recupero. A Bergamo inizierà un nuovo tour de force, per cui è bene mettere in previsione altro turnover specie in coppa dove si è deciso di utilizzare i più giovani: avere tutta la rosa a disposizione potrebbe far si che anche qualche big possa venir utilizzato nel prossimo appuntamento di EL, contro l'Atletico Madrid.
A conclusione di tutto questo registriamo anche il caso Sion: è difficile, ad oggi, prevedere un epilogo, ma qualche voce in seno alla Uefa appare preoccupata. Se dovesse davvero essere reintegrato, il club svizzero andrebbe direttamente al turno successivo, con inevitabile modifica del regolamento nel girone I, dove verrebbe per forza promossa solo una squadra invece che due.