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    Ochoa paratutto: le accuse di doping, il Milan, l'occasione a parametro zero

    Ochoa paratutto: le accuse di doping, il Milan, l'occasione a parametro zero

    • FZ
    Andate a prenderlo. E fate in fretta. Guillermo Ochoa è la prima occasione che il Mondiale offre, l'ultima possibilità per alcuni operatori di mercato di rimediare a colpevoli disattenzioni o valutazioni sbagliate. Ieri sera il portiere del Messico contro il Brasile ha parato tutto quello che c'era da parare, superandosi soprattutto su Neymar, con un balzo che qualcuno, forse in maniera esagerata, ha paragonato a quello di Gordon Banks su Pelé, nel Mondiale 70, guarda un pò proprio in Messico.

    LUCI E OMBRE - Per 90 minuti sui social network Ochoa è diventato il personaggio più chiacchierato, catapultato sotto i riflettori per aver fermato il grande Brasile (forse nemmeno così grande). Un momento di celebrità, dopo quello del 2011, ma questa volta per ragioni più gratificanti. Tre anni fa fu trovato positivo insieme ad altri 5 compagni alla Gold Cup, sospeso dal torneo e riabilitato dalla federazione che ha sostenuto la tesi del contagio per carne avariata. Un'esperienza che ha lasciato il segno e non gli ha permesso il salto in un grande club.

    DISOCCUPATO -  Prima di ieri, prima della notte magica di Fortaleza, in pochi conoscevano Ochoa. Eppure Memo, come viene chiamato dai compagni, ha giocato nelle ultime tre stagioni in Europa, in uno dei cinque campionati migliori, la Ligue 1, con la maglia dell'Ajaccio. La retrocessione del club corso ha lasciato il portiere esploso nell'America disoccupato, un free agent libero di firmare con qualsiasi squadra. Un numero uno classe 1985 con un curriculm rispettabile senza contratto, un affare per qualsiasi club. La scorsa estate il Milan si era interessato ad Ochoa, ora lo vogliono tutti. Liverpool, Arsenal, Marsiglia, Miracoli di Ochoa, miracoli del Mondiale.

     

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