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Ochoa paratutto: le accuse di doping, il Milan, l'occasione a parametro zero
LUCI E OMBRE - Per 90 minuti sui social network Ochoa è diventato il personaggio più chiacchierato, catapultato sotto i riflettori per aver fermato il grande Brasile (forse nemmeno così grande). Un momento di celebrità, dopo quello del 2011, ma questa volta per ragioni più gratificanti. Tre anni fa fu trovato positivo insieme ad altri 5 compagni alla Gold Cup, sospeso dal torneo e riabilitato dalla federazione che ha sostenuto la tesi del contagio per carne avariata. Un'esperienza che ha lasciato il segno e non gli ha permesso il salto in un grande club.
DISOCCUPATO - Prima di ieri, prima della notte magica di Fortaleza, in pochi conoscevano Ochoa. Eppure Memo, come viene chiamato dai compagni, ha giocato nelle ultime tre stagioni in Europa, in uno dei cinque campionati migliori, la Ligue 1, con la maglia dell'Ajaccio. La retrocessione del club corso ha lasciato il portiere esploso nell'America disoccupato, un free agent libero di firmare con qualsiasi squadra. Un numero uno classe 1985 con un curriculm rispettabile senza contratto, un affare per qualsiasi club. La scorsa estate il Milan si era interessato ad Ochoa, ora lo vogliono tutti. Liverpool, Arsenal, Marsiglia, Miracoli di Ochoa, miracoli del Mondiale.