Obiettivo Ogbonna:| 'Toro in A, poi magari rimango'
Seicentomila euro a stagione più bonus fino al 2016 in caso di serie A. Ogbonna, la firma sul nuovo contratto, triplicato rispetto all’originale, quanto può incidere sulla sua permanenza nel Torino?
«Il rinnovo non è mai stato un problema, saranno altri i fattori determinanti. Certo è una testimonianza importante della volontà del Toro ma anche della mia: da oggi siamo ancora più legati. Sono contento, è una bella gratificazione, credo anche per la città che mi ha permesso di essere quello che sono e che sto diventando. Ringrazierò Cairo in eterno».
Significa che può aver spostato più in avanti le lancette dell’addio?
«Io sono sempre lo stesso, con o senza contratto: non penso al futuro, vivo di giorno in giorno. Adesso il mio compito è riportare il Toro dove gli compete, in serie A».
E poi cosa accadrebbe in caso di promozione?
«Sono giovane e le situazioni si evolvono in fretta. Fino a giugno resto di sicuro. Magari anche l’anno prossimo. Se un domani non arrivasse nessuna big con un’offerta pesante, l’opzione migliore sarebbe quella di rimanere ancora al Toro. Non ci vedo niente di male, anzi: perché dovrei sputare nel piatto dove mangio?».
Cosa devono sperare i tifosi?
«Prima, che si torni su il più in fretta possibile. Poi, che in A ci si resti. Magari con me, altrimenti mi auguro con le alternative giuste».
Per chi fa il tifo nella lotta tricolore?
«Non m’interessa, il mio scudetto è la promozione».
A dispetto dei suoi 23 anni, di lei colpisce la lucidità delle sue affermazioni.
«Sono obiettivo e non voglio illudere nessuno: magari diventerò una bandiera del Toro, ma adesso chi può dirlo? Tra me e Cairo c’è grande rispetto e chiarezza: se arriva l’offerta giusta non sorgeranno problemi».
Che cosa consiglia a Bianchi?
«Non ha bisogno di suggerimenti. Ritroverà la serenità, sappia che è sempre il nostro capitano. Non ho mai avuto paura di perderlo».
Però lui ha rischiato davvero di essere ceduto sul gong, non come lei un anno fa, quando pure è stato richiesto da tante squadre.
«Chi ve lo dice che anche io non sono stato vicinissimo all’addio?» (ride).
La promozione del Toro fa rima con Nazionale ed Europei?
«Dipende da me ma niente è scontato. Mi devo guadagnare la pagnotta tutti i giorni, in granata come in azzurro».
Lei arrivò dieci anni fa per tremila euro grazie all’intuizione di Comi, adesso Cairo chiede 20 milioni per cederla. In tre parole, come spiega l’exploit che ha avuto negli ultimi 24 mesi?
«Pazienza, sacrificio, fame. Non bisogna mai vergognarsi di non sapere, nel calcio come nella vita».
La decisione di anticipare il turno a domani pomeriggio vi sta creando problemi di preparazione?
«Bisogna sempre essere pronti e noi lo siamo. L’intervento della Lega è stato saggio».
Leggi Brescia e ritornano in mente le tensioni nella finale d’andata dei playoff di due anni fa. C’è voglia di rivalsa? «Sì. Contro di loro abbiamo perso un campionato e ora, soprattutto chi c’era ha grande voglia di rivincita. Ma senza polemiche».