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O lo sceicco o il fallimento: rivoluzione in sospeso, la Sampdoria col Lecce è alla 'partita della morte'
Sabato al Ferraris (ore 18), ospite il Lecce, la Sampdoria gioca “la partita della vita” (copyright Dejan Stankovic) e della morte, verrebbe perfidamente da aggiungere. Neppure il cambio di panchina ha offerto il quid necessario per tirarsi fuori dalle sabbie mobili. Due punti raccolti in otto gare con Giampaolo (e diversi match condizionati da plateali errori arbitrali) e quattro punti su sei match con Stankovic. Il bilancio aritmetico racconta tutto.
L’avvicinamento allo spareggio col Lecce regala altri problemi a Stankovic. Negli spogliatoi di Torino il tecnico aveva aggiunto pepe al misero desinare di serata: “Se il problema sono io, sono pronto a farmi da parte”. Dimissioni congelate in attesa del match di dopodomani. Una sorta di avviso ai suoi calciatori: se non vi date una regolata ve la dovrete vedere da soli con società e tifosi. Deki seguirà il match col Lecce dalla tribuna. Squalificato per una frase irriguardosa all’indirizzo dell’arbitro Massa. In panca il vice Sakic.
Il presidente Marco Lanna ha provato a disinnescare la “bombetta” lanciata dall’allenatore: “Dichiarazioni rilasciate a caldo, Dejan è un combattente e resterà al suo posto”. Il malessere esiste anche da parte del tecnico che dai suoi ragazzi si attendeva ben di più.
Fuori a vario titolo Colley, Sabiri, Pussetto, Conti, Winks e De Luca, le scelte di formazione sono quasi obbligate. Murillo e Ferrari sono acciaccati, Amione giocherà col setto nasale fratturato e protetto dalla mascherina. Possibile il ritorno della difesa a quattro con due soli centrali (da scegliere fra i tre di cui sopra), Bereszynski e Augello sulle fasce, centrocampo a quattro (Leris, Rincon, Verre e Djuricic) e in attacco la coppia Montevago-Caputo. Con Gabbiadini e Quagliarella pronti a subentrare. Altro il convento non passa.
In questo bel quadretto familiare si inserisce la trattativa che dovrebbe condurre al passaggio di proprietà del club blucerchiato, ingabbiato nel trust creato per soddisfare attraverso la vendita i creditori di due delle società della famiglia Ferrero schiacciate dai debiti. La trattativa con lo sceicco qatariota Faleh Khaled Al Thani, membro della dinastia che governa il paese del Golfo Persico, è apertissima. La banca Rotschild di Ginevra garantirà il prestito di 120 milioni di dollari che andranno a saldare i conti col trust (40 milioni), serviranno a ricapitalizzare le casse esangui della società blucerchiata e a finanziare la rivoluzione di mercato a gennaio. Gianluca Vialli, presidente in pectore cel nuovo corso, è già al lavoro per reperire i calciatori con i quali tentare la rincorsa alla salvezza.
Curiosamente l’establishment genovese dubita della volontà dello sceicco di acquistare la Sampdoria, eppure lo sceicco già il 22 settembre aveva diffuso attraverso l’agenzia Ansa una lettera nella quale annunciava proprio quel proposito. Aveva fatto seguito l’offerta vincolante al trustee Vidal (è lui il responsabile legale del club, Massimo Ferrero, sotto processo a Palmi e inibito, è fuori dai giochi) accettata sulla base dei 40 milioni destinati ai creditori dei Ferrero. Dieci giorni fa Vidal aveva risposto dandogli atto degli sforzi fatti per acquisire la Sampdoria con l’augurio di chiudere in fretta il deal.
Allo stato non esistono alternative allo sceicco del Qatar. Alcune telefonate esplorative a Vidal, da parte di investitori stranieri, sono rimaste senza seguito. Il sogno che a salvare la Sampdoria dal fallimento sia Edoardo Garrone (il presidente-proprietario che a giugno 2014 regalò la Sampdoria a Massimo Ferrero, finanziandolo con fideiussioni e 64 milioni di cash) è destinato a restare un sogno. Mentre il fallimento, in caso sfumasse la cessione allo sceicco, sarebbe una prospettiva concreta.