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    Nzola: 'Posso diventare capocannoniere, ecco perché sono rimasto allo Spezia. L'orecchino con l'Inter...'

    Nzola: 'Posso diventare capocannoniere, ecco perché sono rimasto allo Spezia. L'orecchino con l'Inter...'

    L'attaccante angolano dello Spezia, Mbala Zola ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Non ero più io, per la prima volta nella mia vita non riuscivo a reagire. Sembrava che ogni cosa andasse male, mi chiedevo perché tutti ce l'avessero con me e non vedevo l'ora che finisse la stagione. Per voltare pagina, per ripartire, per scrivere un'altra storia. La mia storia. E adesso lo so: sono tornato. Non voglio nascondere le mie responsabilità. Però non era tutto così nero, non era tutto così sbagliato. Purtroppo, quando la situazione è precipitata, mi sono lasciato andare". 

    "L'episodio dell'orecchino che non riuscivo a togliere contro l'Inter a San Siro? Per la fretta sbagliai il lato da cui avrei dovuto premere per toglierlo e poi non veniva più fuori, una fatalità incredibile. Nello spogliatoio lo sfilai in mezzo secondo, eppure ricevetti tanti insulti. Probabilmente pago il mio carattere: la gente pensa che non rido mai, che sono freddo. Ma io sono solo fatto così. Se non ci conosciamo, ti rispetto ma sono chiuso. Se entriamo in sintonia, puoi apprezzare un altro Mbala. Non mi piacciono le polemiche, preferisco piuttosto prendermi colpe non mie. Forse sono troppo buono, così dicono i miei amici".

    "In estate ho avuto tanti momenti per pensare, per conoscermi ancora meglio. Lo Spezia mi ha fatto capire che puntava su di me, il mister Gotti mi ha dato fiducia e a me basta davvero poco. Sono dimagrito, sono arrivato in ritiro già in forma, non come era accaduto alcune volte in passato. Volevo far vedere che ero pronto. Non sono rimasto per dimostrare qualcosa a chi mi critica, ma per me e per lo Spezia. E in campo credo che si veda, non solo per i gol. E’ sufficiente la fiducia. Se mi lasci un po’ di libertà ti faccio vedere chi sono. Non ho bisogno di parlare tanto con l’allenatore, basta anche una volta all’anno: l’importante è sentirmi coinvolto e prezioso". 

    "L'Italia è un paese razzista? Prima di venire qui lo pensavo, ma la realtà è diversa: in 6 anni non ho mai avuto problemi. Non avevo quasi più ricordi dell'Angola e quando arrivò la convocazione in nazionale non vedevo l'ora di partire, è stato bellissimo. Da piccolo volevo fare il pompiere, oggi sogno la salvezza dello Spezia e il titolo di capocannoniere. Ce la posso fare e se non lo conquisterò, potrò comunque arrivare tra i primi quattro o cinque". 

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