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    Mondiale in Qatar, nuovo scandalo: migliaia di lavoratori stranieri buttati per strada per liberare il centro di Doha

    Mondiale in Qatar, nuovo scandalo: migliaia di lavoratori stranieri buttati per strada per liberare il centro di Doha

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Sfollati nel giro di due ore. È il brutale trattamento riservato in Qatar a migliaia di lavoratori stranieri, provenienti soprattutto dall'Africa e dai paesi più poveri dell'Asia. Motivo del provvedimento: liberare della loro presenza Al Mansour, una zona centrale della capitale Doha che fra un mese ospiterà i mondiali di calcio e necessiterà di mostrare un'immagine il più possibile presentabile ai turisti del pallone e agli inviati che giungeranno da tutto il mondo. Una sorta di operazione di gentrificazione compiuta con tempistica accelerata e con polso durissimo. 

    A darne notizia nella tarda serata di venerdì è stata la Reuters. Nel racconto fatto dall'agenzia di stampa, che è riuscita a consultare alcuni fra i lavoratori colpiti dal provvedimento d'urgenza, tutto quanto è avvenuto nella serata di mercoledì 27 ottobre. Alle otto di sera le forze di polizia si sono presentate nelle abitazioni dei lavoratori stranieri intimando loro di abbandonare le case nel giro di due ore. In alcuni casi il provvedimento è stato diretto contro interi stabili, nei quali i lavoratori erano concentrati nell'ordine delle migliaia. E scadute le due ore sono arrivate le operazioni di sfratto forzoso nei confronti dei ritardatari, mentre coloro che non avevano avuto il tempo di rientrare negli appartamenti per recuperare i loro averi si sono trovati privati anche di quelli. Gli edifici sono stati sigillati. L'effetto è che per la gran parte di questi lavoratori si è trattato di dormire per strada nella notte fra mercoledì e giovedì, con prospettiva di dover fare lo stesso nelle notti successive. Altri, come riferisce l'agenzia di stampa, hanno passato la notte in auto mentre qualcuno ha trovato sistemazione a Sumaysimah, 40 chilometri da Doha. 

    Consultata da Reuters, una fonte governativa qatariota ha confermato l'operazione definendola una “riorganizzazione delle aree urbane di Doha” e ha negato che tutto ciò sia da mettere in connessione con l'avvio dei mondiali. La fonte ha aggiunto che per i lavoratori sfrattati sono previste adeguate e decorose sistemazioni. Ciò che le informazioni raccolte da Reuters smentiscono, almeno per il momento. Va ricordato che il Qatar ha una composizione demografica molto particolare: circa 3 milioni di abitanti, di cui circa l'85% è composto da lavoratori stranieri. E questa grande massa di persone, che in massima parte sono sfruttate, continua a essere l'incubo dell'emirato nei termini dell'impatto negativo di immagine che potrebbe derivare nel momento in cui i media globali saranno in grado di raccontare da vicino le reali condizioni sociali del paese. Due settimane fa il Guardian ha denunciato che fra le restrizioni poste dal governo qatariota ai media vi sarebbe anche quella di mostrare le condizioni di alloggio dei lavoratori stranieri

    In questo senso, sfrattarli dal centro di Doha sarebbe una misura conseguente. Tanto più che, come raccontato sempre da Reuters, nella zona di Al Mansour l'ospitalità per i tifosi al seguito delle nazionali ha un tariffario che viaggia fra i 240 e i 426 dollari per notte. Affari e schiavismo viaggiano sempre a braccetto. Con la benedizione della Fifa, che ha rifiutato di rispondere alle domande inviate dall'agenzia di stampa sulla questione degli sfratti. 

    @pippoevai

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