Getty Images
San Siro, nuovo affondo di Sgarbi: 'Sala vuole intimidirmi e ignora la legge. Demolizione atto criminale'
La battaglia politica sul nuovo stadio di Milano si infiamma e prosegue senza esclusione di colpi. Ieri aveva preso nuovamente la parola il sindaco Beppe Sala, per evidenziare le criticità sollevate dalla presa di posizione del Sottosegretario con delega alla Cultura Vittorio Sgarbi in merito alla demolizione di San Siro. "Farmi prendere in giro da continue esternazioni che non hanno fondamento assolutamente non mi va. Nei prossimi giorni vorrei fare una cosa formale. Cioè scrivere al presidente del Consiglio per capire con esattezza quali sono le deleghe del sottosegretario Sgarbi. Può darsi che io non abbia studiato abbastanza ma i vincoli li mette la soprintendenza. Questa è una città evoluta che non può stare alle dichiarazioni e ai protagonismi, le regole ci sono e vanno rispettate", ha tuonato il primo cittadino milanese.
BOTTA E RISPOSTA - Dichiarazioni forti che hanno trovato la pronta replica, dalle pagine de Il Giornale di Sgarbi: "Grave è il tentativo di intimidazione del sindaco di Milano Giuseppe Sala che, per impedirmi di dire la verità sul piano politico e sul piano dei miei compiti governativi, minaccia di 'scrivere al Presidente del Consiglio per capire con esattezza quali sono le deleghe del sottosegretario Sgarbi', con il subdolo riferimento al fatto che i vincoli li mette la Soprintendenza. Incredibile caso di ignoranza perché, come tocca a lui sindaco, la politica indica gli atti di indirizzo e ha il dovere di segnalare agli uffici competenti irregolarità e omissioni. Dovrebbe bastargli, nella sua proterva volontà di impedirmi di dire quello che pensano molti milanesi e anche molti esponenti della sua maggioranza rispetto al progetto criminale di abbattere lo Stadio Meazza a San Siro (....) Io non faccio 'esternazioni', esprimo pensieri che rappresentano la condizione naturale delle funzioni ministeriali rispetto alla tutela e alla conservazione. La ridicola pretesa, per isolarmi o azzittirmi, di chiedere al Presidente del Consiglio quali siano le mie deleghe è la prova della mancanza di rispetto non per il Governo, ma per la legge, da parte del sindaco Sala che non credo otterrà una risposta né soddisfacente per lui né punitiva per me. Sala chiederà al Presidente del Consiglio, a libertà vigente per il diritto di opinione e responsabilità ministeriale (cosa c’entrano le deleghe?) nei confronti della legge, quali siano i confini delle competenze del vicepresidente della Camera? Faccia pure. Io gli ripeto: il Meazza non si tocca. E chiederò al nuovo Soprintendente di procedere in 'autotutela' rispetto a posizioni assunte da deboli funzionari in precedenza".
L'ATTESA DEI CLUB - L'ennesimo vivace scambio di battute che sembra condurre il dibattito pubblico sul progetto di Inter e Milan su un altro piano, quella di una campagna elettorale continua e già proiettata a quella della guida della Regione Lombardia e del suo capoluogo da due esponenti di spicco della maggioranza di governo e dell'opposizione. Tutto questo mentre i due club, che ieri hanno diffuso una nota, attendono la conclusione del dibattito pubblico per poi proseguire nell'iter di approvazione di un progetto ancora da definire nei dettagli. E ottenere non prima di un anno - Sala dixit - il definitivo via libera. Sgarbi permettendo e con l'ipotesi alternativa di Sesto San Giovanni.
BOTTA E RISPOSTA - Dichiarazioni forti che hanno trovato la pronta replica, dalle pagine de Il Giornale di Sgarbi: "Grave è il tentativo di intimidazione del sindaco di Milano Giuseppe Sala che, per impedirmi di dire la verità sul piano politico e sul piano dei miei compiti governativi, minaccia di 'scrivere al Presidente del Consiglio per capire con esattezza quali sono le deleghe del sottosegretario Sgarbi', con il subdolo riferimento al fatto che i vincoli li mette la Soprintendenza. Incredibile caso di ignoranza perché, come tocca a lui sindaco, la politica indica gli atti di indirizzo e ha il dovere di segnalare agli uffici competenti irregolarità e omissioni. Dovrebbe bastargli, nella sua proterva volontà di impedirmi di dire quello che pensano molti milanesi e anche molti esponenti della sua maggioranza rispetto al progetto criminale di abbattere lo Stadio Meazza a San Siro (....) Io non faccio 'esternazioni', esprimo pensieri che rappresentano la condizione naturale delle funzioni ministeriali rispetto alla tutela e alla conservazione. La ridicola pretesa, per isolarmi o azzittirmi, di chiedere al Presidente del Consiglio quali siano le mie deleghe è la prova della mancanza di rispetto non per il Governo, ma per la legge, da parte del sindaco Sala che non credo otterrà una risposta né soddisfacente per lui né punitiva per me. Sala chiederà al Presidente del Consiglio, a libertà vigente per il diritto di opinione e responsabilità ministeriale (cosa c’entrano le deleghe?) nei confronti della legge, quali siano i confini delle competenze del vicepresidente della Camera? Faccia pure. Io gli ripeto: il Meazza non si tocca. E chiederò al nuovo Soprintendente di procedere in 'autotutela' rispetto a posizioni assunte da deboli funzionari in precedenza".
L'ATTESA DEI CLUB - L'ennesimo vivace scambio di battute che sembra condurre il dibattito pubblico sul progetto di Inter e Milan su un altro piano, quella di una campagna elettorale continua e già proiettata a quella della guida della Regione Lombardia e del suo capoluogo da due esponenti di spicco della maggioranza di governo e dell'opposizione. Tutto questo mentre i due club, che ieri hanno diffuso una nota, attendono la conclusione del dibattito pubblico per poi proseguire nell'iter di approvazione di un progetto ancora da definire nei dettagli. E ottenere non prima di un anno - Sala dixit - il definitivo via libera. Sgarbi permettendo e con l'ipotesi alternativa di Sesto San Giovanni.