Getty Images
Nuovo allenatore Fiorentina: ecco l'anello mancante tra il calcio 'montelliano' e i viola
NON E' L'UOMO GIUSTO - La scelta poi ricadde su Paulo Sousa, che pagò anche di tasca propria per liberarsi dal Basilea e approdare nuovamente in Italia. La convivenza tra il portoghese e la dirigenza gigliata non è mai stata particolarmente idilliaca però: la cessione di Savic e poi i mille casi di mercato dell’estate 2015 e del gennaio 2016, con il risultato che, tolta la prima metà della stagione, la Fiorentina si è pian piano spenta. Quello di oggi appare più che mai un binomio forzato, con frecciatine da una parte e dall’altra ed un Sousa quasi insofferente in alcune uscite pubbliche: per questo il suo addio a fine stagione (alla fine del contratto) appare ormai scontato.
RIECCO DI FRANCESCO - Ed ecco tornare in ballo Di Francesco, che lunedì prossimo per altro sarà nuovamente di scena al “Franchi” da avversario. Il pescarese è ormai da cinque stagioni il tecnico del Sassuolo e non ha mai fatto mistero di apprezzare la soluzione viola, qualora gli si presentasse nel prossimo futuro. Il suo percorso di crescita progressiva con i neroverdi non è passato inosservato nelle stanze interne del “Franchi”, così come la sua figura, mai particolarmente sopra le righe: un identikit insomma che piace molto ai Della Valle. Tra il sogno e la realtà c’è però un contratto importante, fino al 2019, con cui nello scorso aprile Di Francesco si è voluto legare al club di Squinzi. Una soluzione non così semplice insomma per una Fiorentina, che comunque ha già dimostrato di apprezzarlo tecnicamente, come trait d’union ideale del calcio montelliano, ma soprattutto umanamente. E chissà che lunedì sera, al “Premio Maestrelli”, Pantaleo Corvino non gli abbia parlato proprio di questo.