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    Non solo Zoff: è il giorno di Milik, Candreva e di Amaral, pupillo di Ancelotti

    Non solo Zoff: è il giorno di Milik, Candreva e di Amaral, pupillo di Ancelotti

    • Cesare Bardaro
    Oggi compie 75 anni

    DINO ZOFF, 1942,  SuperDino, ex portiere di Udinese, Mantova, Napoli, Juventus. Allenatore di Juventus, Lazio, Fiorentina, Nazionale Olimpica e Nazionale maggiore. Campione europeo 1968 e Mondiale 1982, diventando il  giocatore più anziano, 40 anni, a  vincerlo. Undici anni a cavallo degli anni 1970 e 1980, senza mai saltare una partita di campionato (era las disperazione dei portieri di riserva) e vincendo 6 scudetti, 2 Coppe Italia e 1 Coppa UEFA. Faceva prevalere l'essenzialità sulla spettacolarità. Era l’antitesi del prototipo del portiere, per definizione un po’ “pazzo”, di sicuro imprevedibile.Era  un freddo, aveva un grande senso del piazzamento, impeccabile nelle uscite, uno che dava sicurezza ai compagni. «Essendo uomo di sostanza più che di apparenza, badava al sodo. Non volava come Albertosi. Non si gettava tra i piedi dell’attaccante come Ghezzi. Non era istintivo come Castellini. Sembrava che fosse il pallone, deferente, a finire dalle sue parti. Per non farlo sporcare: cadere e tuffarsi, in fin dei conti, gli piaceva poco e poi lo facevano tutti. Zoff stava fermo. I suoi non erano balzi, ma passi impercettibili che lo portavano comunque a incontrarsi con il pallone. Grande portiere da amatori più che da platea» (Roberto Renga). 
    Esordì il 24 settembre 1961 in Fiorentina Udinese  prendendo 5 gol(5-2),
    Disputò la sua ultima partita in nazionale, ultima sua ufficiale il 29 maggio 1983, a 41 anni, 
    E' stato anche Presidente della Lazio, durante la gestione Cragnotti e nel 1997 Presidente allenatore. Con 202 panchine, è l'allenatore biancoceleste con il maggior numero di presenze in competizioni ufficiali alla guida della squadra romana. 
    Mandò a quel paese Berlusconi che lo aveva criticato per la marcatura di Zidane, dopo la finale europea del 2000 persa con Francia grazie al Golden Gol di Trezeguet
     “Sono veramente dispiaciuto e anche indignato. Si può lasciare uno come Zidane libero di diventare l’iniziatore di tutte le azioni francesi? Anche un dilettante l’avrebbe visto, figurarsi un professionista. Lo spettacolo è stato indegno. Evidentemente l’acutezza e l’intelligenza uno ce l’ha o non ce l’ha” Zoff replicò convocando il 4 luglio 2000 una conferenza stampa di appena sette minuti per annunciare le proprie dimissioni. Ha detto nel 2008: «Hanno scritto che mi ero dimesso dalla Nazionale per la critica tecnica, la storia di Zidane. Figuriamoci! Berlusconi disse una cosa molto pesante sulla persona, che ero indegno di guidare la Nazionale... Indegno io che ho più croci sul petto dei generali russi!». E poi: «Credo di essere uno dei pochi in Italia con cui Berlusconi non ha fatto pace, lui che nel tempo è diventato così ecumenico». 
    Sulla panchina della Fiorentina,, nel febbraio 2005 dopo la trasferta a Genova con la Samp, contrassegnata da un arbitraggio di Dondarini quanto meno singolare, dichiarò di nutrire “cattivi pensieri”  «In questo momento ho cattivi pensieri. Forse politicamente la mia presenza non ha aiutato nessuno, anzi forse ha acuito i problemi. In due partite su tre ci sono stati dei disastri. Noi abbiamo delle colpe, però a questo punto sembra che la mia presenza complichi la situazione, quindi vedrò il da farsi».
    Come allenatore ha vinto  1 Coppa Uefa e 1 Coppa Italia.
    Da bambino si faceva dieci chilometri in bicicletta  per andare a giocare una partita 
    "Se non fossi stato portiere, avrei usato le mani che mi ha dato il Signore per fare il meccanico o il contadino”, 
    "La mia carriera è stata longeva perché nella vita non si smette mai di imparare ed è sempre possibile migliorare se ne ha la volontà".
    A 14 anni, quando viene tesserato dalla Marianese, non arriva a 160 centimetri. Per farlo crescere, sua nonna gli fa bere otto uova al giorno. Diventò 1,82
    Alla vigilia del Mondiale 1974  Newsweek gli dedicò la copertina col titolo : “The world’s best”.

    Buon compleanno, ne compie 85, anche a

    LUIS VINICIO, 1932, 'O lione , ex attaccante e allenatore brasiliano. Giocò in Napoli, Bologna, Vicenza Inter. Allenatore di Internapoli, Brindisi, Ternana, Napoli, Lazio, Avellino, Pisa, Udinese, Juve Stabia. Capocannoniere 1965-66 con 25 gol. A Vicenza giocò 141 gare e 68 reti che gli valgono il titolo di bomber biancorosso di tutti i tempi in Serie A. Univa piedi brasiliani e potenza atletica “tedesca”, 
    Come allenatore  applicò per primo in Italia il calcio totale all'olandese, senza aspettare i mondiali del 74. Già con l’Internapoli dei giovani Chinaglia e Wilson nel ’68-69 aveva  sperimentato la zona. «Secondo me la zona resta il tipo di gioco più redditizio» spiegherà qualche anno dopo; «ricordavo i miei tempi da calciatore. C’erano delle marcature strettissime, si giocava per novanta minuti fuori dalla propria zona perché si doveva seguire il proprio uomo ovunque. Veniva così tolta alla squadra la possibilità di esprimersi, di imbastire azioni. Invece, un avversario deve essere controllato dal giocatore più vicino a lui. In possesso dì palla, il discorso è diverso, tutti devono partecipare, mettersi a disposizione affinché la palla giri. Ricordo che in tutte le mie squadre, dall’Internapoli al Brindisi alla Ternana, avevamo un gioco fluido, bello. Ci vogliono giocatori all’altezza, che sappiano marcare e giocare. Inutile fare la zona quando hai uomini poco disponibili. Nel Napoli, al primo anno, non fu possibile, perché il libero era Zurlini: lento, comportava dei rischi. Ma con l’arrivo di Burgnich, impiegato in linea con i difensori, applicammo la zona totale». 
    Dopo il   clamoroso 2-6 di Napoli- Juve del 15 dicembre 1974, che seguì alla  eliminazione dalla Coppa Uefa da parte del Banik Ostrava, Gianni Brera, italianista di ferro, scrisse «Circa la tattica reinventata da Vinicio, ho già avuto occasione di dire che è cervellotica e pericolosa: qualcuno si è sdegnato: subito dopo è scesa la Juventus a Napoli e ha vinto 6-2. Era la stessa Juventus che aveva penato a battere la Roma e l’Inter. Il Napoli non ha ritenuto di doverla rispettare e le sì è spalancato addossando i difensori ai centrocampisti: nelle molte pertiche libere davanti a Carmignani, gli juventini si sono avventati a turno creando come minimo dodici palle gol. Allora Vinicio ha ammesso di essere ancora giovane, come tecnico, e di dover imparare molte cose. E sembrato a tutti pieno dì umiltà e saggezza. Si è poi saputo che, prima di dichiararsi tanto umile, il brasileiro aveva tentato di scagionarsi addossando ai centrocampisti la responsabilità di quella Waterloo. I centrocampisti gli hanno risposto per le rime. Se rimarrà ancora in sella, converrà a Vinicio di mettere Burgnich al suo posto e di giocare come cercano tutti in questa valle di lacrime, stretti a difesa e larghi in attacco». 
    «Con la Lazio – raccontò poi O Lione - non fu possibile, perché avevo Wilson che giocava venti-trenta metri dietro a tutti. Se si allunga la squadra, è un suicidio fare questo tipo di gioco. Bisogna giocare contratti, corti, per correre meno pericoli e non lasciare spazio agli avversari. E così si creano anche più difficoltà a chi deve offendere perché la marcatura è immediata. Non c’è dispendio di energie: gli uomini agiscono in pochi metri. Il pressing? E fatto dì scatti brevi, non lunghi. Il libero che diventa anche marcatore deve saper comandare e dare tranquillità e distanze. E vorrei sottolineare che Sacchi è arrivato alla esasperazione del pressing. C’è da discutere sul gioco del Milan: nella maggior parte dei casi i rossoneri ricorrevano al fallo perché andavano in pressing tre-quattro uomini. Le mie squadre stavano sempre nel lecito, un uomo solo in marcatura e altri due pronti a intervenire. Raramente il fallo». 

    Auguri pure a 

    ARKADIUSZ MILIK , 1994, centravanti polacco del Napoli
    ANTONIO CANDREVA, 1987, ala destra dell'Inter e della Nazionale
    STANLEY AMUZIE, 1996, terzino sinistro nigeriano della Sampdoria
    LUCAS BOYE, 1996, attaccante argentino del Torino, detto El Tanque o El Toro

    DIEGO, 1985, centrocampista  brasiliano del Flamengo, ex Juventus nel 2009-10
    CHRISTIAN POULSEN, 1980, ex centrocampista danese della Juventus dal 2008 al 2010. E' il secondo giocatore dopo Raducioiu ad aver giocato nei cinque principali campionati europei. Agli Europei del 2004 fu il bersaglio dello sputo di Totti, in seguitoquale Er Pupone fu squalificato per 3 giornate
    SEAN SOGLIANO, 1971, ex difensore di Varese, Ancona, Torino, Lucchese, Ravenna, Perugia, Napoli, Ancona. Direttore sportivo del Bari, dopo esserlo stato di Varese, Palermo, Carpi e Genoa. E' figlio di Riccardo, anch'egli calciatore e dirigente sportivo
    AMARAL, 1973, mediano brasiliano del Capivari, ex Parma e Fiorentina. Ancelotti lo visionò alle Olimpiadi – dove vinse la Medaglia di Bronzo – e avallò il suo arrivo, salvo impiegarlo in un ruolo non suo: se infatti in nazionale giocava centrale, l’allenatore parmigiano lo impiegò sulla fascia destra, facendolo sempre partire dalla panchina. In tutto 4 presenze. Di famiglia poverissima, raccontò che a casa sua non c’era luce, non c’era nulla da mangiare, nulla con cui vestirsi, e non poteva neppure studiare, del resto comprare penne o quaderni era impossibile. Pertanto, trovò lavoro in un’impresa funebre. Preparava i morti per la sepoltura: lavava loro il viso, metteva il cotone nel naso, li vestiva, insomma un “becchino” in piena regola. 
    «I tifosi del Palmeiras avevano inventato quel coro per me. Tutti insieme urlavano: “Au, au, au, Amaral es animau” 
    E' da sempre nelle primissime posizioni delle classifiche dei giocatori brutti

    PAULO FUTRE, 1966, ex attaccante portoghese di Reggiana e  Milan 
    CLAUDIO SCLOSA, 1961, ex centrocampista di Torino, Bologna, Como, Bari, Pisa, Lazio, Cremonese, Pistoiese

    JONATHAN ASPAS, 1982, centrocampista spagnolo della Pro Piacenza. Dal 2007 al 2009 ha militato in serie B nel Piacenza
    MAIKOL NEGRO, 1988, ala sinistra del Matera
    PIETRO PERINA, 1992, portiere del Cosenza
    MATTIA MONTINI, 1992, attaccante del Monopoli, in prestito dal Bari


    GEORGIOS KIRAZIS 1980, ex difensore greco di Catania, Arezzo, Triestina, Salernitana
    GIANLUCA CHERUBINI, 1974, ex difensore-centrocampista.di Reggiana, Roma, Vicenza, Chieti, Torres, Giulianova. Più che il suo curriculum calcistico è degna di nota la sua fedina penale. Il 4 giugno 2010 si rende responsabile di un'aggressione per questioni di rivalità in amore. Il calciatore finisce col mutilare, con un morso, un orecchio al malcapitato che era intervenuto per frenare la lite col suo rivale Nel giugno 2014 viene arrestato in quanto trovato con una pistola calibro 7,65 rubata. Il 27 febbraio 2015 viene arrestato in quanto accusato di far parte di una pericolosa organizzazione criminale, responsabile di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio internazionale di droga, detenzione di armi ed esplosivo, lesioni personali, estorsione, ricettazione, riciclaggio e reati finanzia 
    EDOARDO GORINI, 1974, ex difensore di Venezia, Corsico, Varese, AlbinoLeffe, Pavia, Ravenna, Cittadella. E' il primatista di presenzae (253) nel Varese
    DAVIDE MEZZANOTTI, 1971, ex difensore di Torino, Pro Sesto, Brescia, Pescara, Vicenza, Napoli, Fermana, Livorno, Salernitana, Mantova, Arezzo, Sansepolcro
    NESTOR LORENZO, 1966, ex difensore argentino, al Bari nel 1989-90
    FRANCO MARCHEGIANI, 1965, ex centrocampista di Pescara, Frosinone, Lazio, Pisa, Lecce, Pontedera, Avellino, Nocerina, Ascoli, Chieti, Morro d'Oro, Notaresco.
    GIORGIO DE TRIZIO, 1961, ex difensore di Bari, Pescara, Messina, Fidelis Andria. E' il quasrto giocatore con più presenze (273 in 9 dstagioni) con la maglia del Bari
    ANTONIO CRUSCO, 1958, ex centrocampista di Ercolanese, Juve Stabia, Cavese, Catania, Cagliari,  Monza.
    VIVIANO GUIDA, 1955, ex difensore di Inter, Varese, Brescia, Cavese, Monza, SPAL, Catanzaro, Ischia, Isolaverde, Ercolanese
    MARIANO RIVA, 1953, ex terzino sinistro di Torino, Novara, Juniorcasale, Udinese, Cesena, Com0, Pisa, Arezzo, Ternana
    GIANCARLO SAVOIA, 1944, ex libero di Verona, Pistoiese, Atalanta, Como, Perugia, Rimini, Forlì. A Bergamo fu soppiantato come libero dal giovane Gaetano Scirea. E' stato consigliere comunale della Lega Nord a Bussolengo

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