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    Non solo Zaza: ecco perchè il Valencia ora può tornare grande

    Non solo Zaza: ecco perchè il Valencia ora può tornare grande

    • Giorgio Baratto
    Da anni, ormai, la tifoseria del Valencia spera che la propria squadra torni ad avere quel protagonismo, sia in campo nazionale sia internazionale, che aveva fatto sognare agli inizi del secolo, quando, sotto la guida di Rafa Benitez prima e Claudio Ranieri poi, aveva vinto per due volta la Liga, una Coppa Uefa e una Supercoppa d'Europa, senza dimenticare le cocenti delusioni delle due sconfitte consecutive in finale di Champions League (2000 e 2001). Ma al di là dei titoli conquistati, o persi, quel che è mancato allo stadio Mestalla negli ultimi anni è stata la sensazione di fare parte dei primi della classe. Sensazione che, con l'arrivo dell'ex-allenatore del Villarreal, Marcelino Garcia Toral, e con la partenza di un progetto che sembrerebbe più solido di quelli visti da quando il magnate si Singapore Peter Lim ha preso in mano le redini della società.

    VALZER IN PANCHINA - Dall'arrivo di Peter Lim al Valencia, nel 2014, sonogià sei gli allenatori che si sono succeduti in panchina, dal portoghese Nuno all'inglese Gary Neville, da Pako Ayestaran al nostro Cesare Prandelli, ogni volta che un tecnico lasciava il Club, per scelta propria o della società, il buon Voro, tecnico delle giovanili, ci metteva una pezza. Ora Marcelino sembra aver carta bianca sulla "rifondazione" della squadra, e se a inizio stagione l'allenatore asturiano non ha voluto parlare di rivoluzione, in questa prima parte di campionato è parso chiaro che ha un'idea precisa di chi sarà protagonista nel rilancio del Valencia in campo.

    SIMONE ZAZA STELLA DEL MERCATO - Che il nuovo Valencia punti in attacco su Simone Zaza non ci sono dubbi, al momento è stato l'acquisto più costoso da parte della società e un premio alla dedicazione mostrata dalla punta italiana la passata stagione (solo sei gol in 20 presenze, ma con una rete splendida in occasione della vittoria contro il Real Madrid e un sacrificio continuo molto apprezzato dalla critica spagnola). Come promesso da Marcelino la struttura principale non è cambiata moltissimo, con due nomi su cui il nuovo allenatore ritiene importantissimi: Parejo e Orellana. Sul lato partenze peserà il ritorno di Munir al Barcellona e l'addio di Enzo Perez, mentre Negredo, tornato dal prestito in Inghilterra, sembra non fare parte dei piani del nuovo tecnico.

    RITORNO IN CHAMPIONS - Le ambizioni del Valencia per la prossima stagione sono chiare, in realtà lo erano già in quella passata quando arrivò sulla panchina Cesare Prandelli, ma sappiamo come andò a finire, con il tecnico italiano sbattendo la porta e con accuse reciproche tra società ed ex-allenatore della Nazionale. I cambi societari peseranno solo sulla carta: la "presidenta" Lay Hoon Chan è stata sostituita dal nuovo presidente Anil Murphy, ma le decisioni le prenderà come sempre Peter Lim dalla sua base di Singapore. Niente di nuovo sotto il sole valenciano, insomma, a parte un nuovo progetto che sembrerebbe avere solide basi per riportare il Valencia nella posizione gli spetta. L'undici agosto sarà l'Atalanta, in amichevole, a testare la solidità di Zaza e compagni, mentre il 18 si comincerà già a fare sul serio con il debutto del nuovo Valencia al Mestalla, in Liga contro il Las Palmas.

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