Ultras di Lazio e Marsiglia, la rivalità è anche politica: è destra contro sinistra
Politica e calcio: la rivalità tra gli ultras di Lazio e OM nasce da lontano, si sviluppa in una serie lunga di scontri, tensioni, perfino il furto di uno striscione (che nel linguaggio codificato ultrà vuol dire molto). Incroci di gemellaggi e differenze storiche profonde, questa storia non la sentirete declamare dai telecronisti al "Velodrome", perché non è scritta su pagine ufficiali. Nulla di ciò che è tifo organizzato, vita da ultrà viene scritto sui libri di storia.
TRADIZIONE - La tradizione è orale, l'azione echeggia per anni, l'umiliazione brucia di bocca in bocca. Politica e calcio, tutto ciò che la UEFA, e gli organi istituzionali, cercano di scoraggiare, allontanare, ridimensionare. Un coctkail esplosivo che sa di cori e fumogeni, mentalità totalmente altra, condivisione viscerale, anche violenza. Che è connaturata al mondo ultras, in qualche modo profondo che è sconosciuto (del tutto contestabile e alieno) al vivere civile, quotidiano, ma perfettamente codificata e comprensibile per gli Irriducibili, il gruppo organizzato di riferimento della Curva Nord, e i gruppi che si dividono la Virage Sud, il Commando Ultras '84 (tra i più antichi della Francia) e i South Winner 87, dichiaratamente di sinistra e antifascisti.
POLITICA - La società Lazio, con la presidenza di Claudio Lotito, ha preso spesso posizione in maniera importante contro la politicizzazione della Curva e alcuni episodi-simbolo. A Roma c'è una parola che va molto in voga: "strumentalizzazione". Spesso quel che accade in Curva verrebbe "strumentalizzato", usato per altri scopi, di solito diffamatori, per colpire la Lazio. Storicamente, le posizioni del gruppo di riferimento della Curva Nord (che di recente ha riportato il proprio striscione nel settore, dopo anni di assenza) fanno riferimento alla destra sociale (ed estrema destra) e ne accolgono molte rivendicazioni e lotte.
POSIZIONI - Gli Irriducibili, negli anni, hanno unito posizioni scomode e impopolari a forti iniziative sociali. Famoso lo striscione in favore della "Tigre dei Balcani" "Arkan", militare e criminale di guerra jugoslavo, accusato di genocidio e pulizia etnica, tra i maggiori ricercati dell'Interpol negli anni '80, mai portato in tribunale perché "giustiziato" da mano ignota in un albergo di Belgrado.
Di recente la Nord è stata messa sotto accusa per figurine raffiguranti Anna Frank con la maglia della Roma e manichini appesi ("impiccati", secondo la ricostruzione giornalistica) davanti al Colosseo raffiguranti tifosi e giocatori della Roma. L'ultima poco tempo fa, con il volantino che consigliava di lasciare libere le prime 10 file per gli ultrà, allontanando e additando moglie e fidanzate troppo attente ai selfie e poco ai cori e al tifo. Tutte prese di posizione "strumentalizzate", secondo i portavoci degli IRR. Tutte prese di posizione che hanno avuto un importante clamore mediatico (a loro dire spropositato).
INZIATIVE BENEFICHE - Nello stesso tempo, anche di recente, gli Irriducibili si sono distinti per iniziative benefiche. Un esempio su tutti (ma ce ne sono molti, anche poco pubblicizzati) la raccolta fondi in favore di Amatrice, cittadina del centro Italia duramente e tragicamente colpita dal terremoto, in cui hanno contribuito con una raccolta fondi a creare un polo sportivo per riqualificare l'area e aiutare gli abitanti a riprendersi spazi e vita comune.
AMICIZIE - Gli Irriducibili, negli anni, si sono alleati con le tifoserie più calde d'Europa, spesso condividendone gli stessi ideali politici: con i tifosi dell'Inter, con gli "Ultras Sur" del Real Madrid, con la famigerata "Inter City Firm" del West Ham (quella protagonista, ad esempio, del film "Green street Hooligans") - più per stile di tifo e vita che per visione politica -, ma anche con i tifosi dell'Est Europa, come quelli del Levski Sofia e del Wisla Cracovia (che spesso li accompagnano nelle trasferte continentali).
IDEOLOGIA E DIFFERENZE - Sfaccettature e ideologia complessa, difficile da comprendere fuori da certe logiche, del tutto detestabile per chi, nell'agone politico più distante dal centro, da sempre si è schierato dall'altra parte della barricata. Gli ultras del Marsiglia sono dichiaratamente di estrema sinistra. Il "Commando Ultrà 1984", storico - uno dei primi in Francia - gruppo ultrà antifascista e antirazzista della Virage Sud è gemellato con le tifoserie più "rosse" d'Europa: ha stretto legami con quella della Sampdoria, del Livorno, con quella greca dell’AEK di Atene. Il loro grido di battaglia è “Partout et toujours, seuls contre tous” ("ovunque e sempre, soli contro tutti").
Il Commando Ultrà 1984 divide il settore con i "South Winners 1987", ma chi va al "Velodrome" capisce subito la differenza: per esempio per il Commando la commercializzazione di gadget e sciarpe è un abominio (verrebbe da dire "capitalista"). Hanno ancora quello stile di tifo che gli Irriducibili hanno del tutto cambiato in Curva Nord: da una parte i francesi utilizzano tamburi e bandieroni antichi, dall'altra gli IRR hanno sempre evangelizzato una visione inglese del tifo, fatto di coreografie (anche utilizzando il battito sincronizzato delle mani, per esempio), di fatto abbandonando ogni strumentazione che non fosse la voce.
La composizione dei gruppi ultras dell'OM è propria di una città portuale, snodo commerciale, crocevia di nazioni e popoli. Capita spesso di trovare, mischiate alle bandiere del Marsiglia, bandiere dell'Algeria, per esempio. Marsiglia rappresenta la Francia marittima, "melting pot" naturale di culture, si contrappone a Parigi in maniera ossessiva. A fine partita spesso l'insulto intonato dal Velodrome riguarda gli ultrà del PSG, politicamente di destra, "nemici giurati". Come del resto i tifosi del Bastia e del Nizza.
STRISCIONE E SENSO - La rivalità tra tifosi di Lazio e OM ha origini politiche, ma vive anche di fatti concreti. Scaramucce, insulti, bottiglie lanciate: bisogna scavare più a fondo per trovare l'origine. Comunemente tutto ritorna al 4 agosto del 1993, quando i tifosi della Lazio riuscirono in una vera e propria impresa, per il mondo ultras, incredibile: sfilarono uno striscioni bianco (con su scritto "ultras") dal settore dei tifosi del Marsiglia, arrivati a Roma per un'amichevole estiva, senza farsi notare.
Onta gravissima per i francesi: il gesto ha un altissimo valore simbolico, per i tifosi dell'OM significava non aver difeso l'identità, aver sottovalutato l'avversario, dover ingoiare un'umiliazione cocente. Per questo, nel 2000, quando lo stesso striscione compare in Curva Nord (il mondo ultras non dimentica, è capace di serbare a lungo memoria), i tifosi dell'OM danno vita a Roma a feroci scontri, ripetuti nella gara di ritorno in Francia, con 90' di lanci di biglie, pietre, bottiglie. La UEFA conosce benissimo ha minacciato già di usare il pugno duro: sulla testa dei tifosi dell'OM grava come un macigno la sospensiva di una squalifica di 1 anno dalle competizioni europee (per altri scontri, con altre tifoserie).
In caso di nuovi scontri diventerà effettiva. A Marsiglia, alla vigilia del delicatissimo match di Europa League tra Lazio e OM, tra le tifoserie c'è stato già contatto, lancio di fumogeni, tensione altissima nella zona del porto. Da giorni gira vicino al "Velodrome" un volantino in cui c'è scritto "Marsiglia è antifascista". Le radici dell'allerta massima sono profonde, antiche come i gruppi organizzati che le animano. Non è solo una partita di calcio: al "Velodrome" sfoceranno politica, calcio, passione antica, storia dei movimenti ultras. Anche quello che la UEFA combatte. Tutto quello che anima da anni le curve di OM e Lazio. Tutto, ma non solo una partita di calcio.