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    Non solo spettacolo, il Milan scopre come si vince 'di corto muso': una mentalità più forte delle assenze

    Non solo spettacolo, il Milan scopre come si vince 'di corto muso': una mentalità più forte delle assenze

    • Andrea Distaso
    Per lo spettacolo si prega di ripassare la prossima volta. Il Milan capolista per almeno un'altra notte della Serie A - in attesa della risposta del Napoli contro il Bologna - sa vincere anche così: col cinismo e la capacità di sfruttare i pochi episodi costruiti nell'arco dei novanta minuti e l'umiltà necessaria per difendere il risultato minimo con le unghie e con i denti. Il gruppo allenato da Stefano Pioli aveva abituato un po' tutti a giocarsi le partite sempre e comunque a viso aperto e a regalare (e concedere) parecchi gol: un atteggiamento rischioso ma allo stesso tempo "nuovo" per una squadra di vertice del nostro campionato. Il successo di misura sul Torino è la dimostrazione che pure i rossoneri sappiano come sporcarsi le mani e che abbiano acquisito quella mentalità necessaria per ambire a certi traguardi.

    ALTRO CHE CORTO MUSO - In settimane nelle quali il ritorno in voga del dibattitto sul cortomusismo di Allegri e l'abilità della sua Juve di ottenere il massimo col minimo sforzo ha tenuto banco, fa specie che il Milan abbia conquistato la sesta vittoria consecutiva in campionato con un punteggio che non è propriamente abituale da quando Pioli siede in panchina. Nelle prime 13 gare stagionali, Champions League compresa, l'1-0 è arrivato soltanto in due circostanze, ieri contro la formazione di Juric e alla prima giornata di Serie A sul campo della Sampdoria. Il percorso intrapreso ormai da diversi mesi di proporre e produrre un calcio aggressivo e che accetti il confronto in campo aperto col proprio avversario ha finito per condizionare le statistiche: nel precendente campionato, per esempio, su 53 partite complessive (Europa League e Coppa Italia entrano nel conteggio) l'1-0 si è verificato appena una volta, nel successo esterno contro lo Sparta Praga.

    MENTALITA' - Leggermente diverso invece il trend delle 31 partite del campionato 2019/2020, dopo che Pioli prese il posto dell'esonerato Giampaolo: in 4 partite il Milan si è imposto di misura nei confronti delle proprie rivali. Va considerato come, all'epoca, il tecnico emiliano non avesse ancora trovato quegli equilibri e sviluppato quell'idea di calcio cresciuta nei mesi del lockdown, nei quali è letteralmente nato un gruppo clamorosamente compatto e impermeabile alle voci e agli umori dall'esterno. Gradualmente, si è formata una mentalità diversa, che ha continuato a svilupparsi e consolidarsi con l'arrivo di risultati per certi versi superiori alle aspettative. Una mentalità più forte dei fisiologici momenti di difficoltà e delle tante defezioni fronteggiate dal gruppo rossonero, che ha acquisito la capacità di vincere anche nei momenti meno brillanti. Anche per 1-0, anche di corto muso.

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