Non solo Lukaku: Crespo, Mancini e gli altri illustri ritorni all'Inter tra gioie e dolori
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HERNAN CRESPO - Arriva dalla Lazio per 40 milioni nell'ultimo giorno di mercato dell'estate 2002. La sua stagione è 'macchiata' dall'infortunio contro il Modena nel gennaio 2003. In Champions, dove l'Inter viene eliminata in semifinale dal Milan, realizza 9 gol in 12 partite. In campionato sono 7 i centri in 18 gare. A fine stagione viene ceduto al Chelsea per 26 milioni di euro.

CRESPO - Nel 2006 fa ritorno all'Inter in prestito (stessa formula con cui oggi i nerazzurri riabbracciano Lukaku) biennale dal Chelsea. In tre stagioni (nel 2008 il Biscione lo acquista a parametro zero dopo la scadenza del contratto con i Blues). Il suo rendimento, dopo un'ottima prima stagione, cala via via e nel 2009 si trasferisce al Genoa a titolo gratuito. Complessivamente colleziona con i nerazzurri 116 presenze (45 gol) e conquista 3 scudetti e 2 supercoppe italiane.
ROBERTO MANCINI - Moratti lo sceglie per rilanciare la sua Inter nell'estate 2004 e nelle prime due annate il tecnico vince una Coppa Italia e una supercoppa italiana, piazzandosi in campionato alle spalle di Juve e Milan. Nell'estate 2006 però, dopo lo scandalo Calciopoli, all'Inter viene assegnato il tricolore dalla Figc. Nel 2006/07 e 2007/08 i nerazzurri si confermano Campioni d'Italia e tuttavia, proprio nel 2008, iniziano i dissapori con la proprietà, a causa dei contatti tra la stessa e José Mourinho. A seguito dell'eliminazione in Champions ad opera del Liverpool (ottavi di finale), il Mancio annuncia che a fine stagione lascerà.


MANCINI - Torna a novembre 2014 e sostituisce Walter Mazzarri, non ripetendo i successi della sua prima avventura anche per il valore inferiore della rosa rispetto agli anni precedenti. I piazzamenti in campionato parlano chiaro: ottavo e quarto posto. A sorpresa, ad agosto 2016 e prima dell'avvio del campionato, rescinde consensualmente il contratto con i nerazzurri. Il motivo? Pesanti divergenze, soprattutto sul mercato, con il club (in particolare con il presidente Thohir).

GABRIELE ORIALI - Da giocatore 13 stagioni (1970-1983) in nerazzurro con 398 presenze e vittorie importanti (2 scudetti e 2 coppe Italia). Nell'estate 1999 la prima esperienza da dirigente nerazzurro: resta fino al 2010 occupando vari ruoli e lasciando nel luglio 2010 per contrasti con la proprietà, al termine peraltro della stagione trionfale del Triplete 'al fianco' di José Mourinho. Nel 2019 torna all'Inter con il ruolo di team manager: dopo lo scudetto del 2020/21 con Conte in panchina, la società decide di sollevarlo dall'incarico.

ROY HODGSON - L'allenatore inglese viene chiamato all'Inter da Moratti nell'ottobre del 1995 per prendere il posto di Suarez. Chiude la prima stagione al settimo posto, qualificandosi in Coppa Uefa. Nella stagione successiva perde ai rigori la finale della stessa Uefa contro lo Schalke 04. Fa scalpore la lite con Zanetti con il quale viene quasi alle mani. Il tecnico si dimette l'indomani anche per le contestazioni dei tifosi durante lo sfortunato atto conclusivo del torneo. In Serie A si piazza al terzo posto dietro a Juve e Parma. Nel maggio 1999 il breve ritorno per le quattro gare finali di un campionato disastroso per l'Inter con ben 4 tecnici in 12 mesi (Simoni, Lucescu, Castellini e appunto Hodgson).
LUISITO SUAREZ - Protagonista assoluto della Grande Inter di Helenio Herrera che conquista negli anni '60 3 scudetti, 2 coppe campioni e 2 coppe intercontinentali, l'ex fuoriclasse siede sulla panchina nerazzurra per tre periodi: 1974-95 (nono posto); gennaio-maggio 1992 al posto di Orrico; per alcune gare nella stagione 1995/96 al posto di Ottavio Bianchi e prima dell'ingaggio di Hodgson.

ALDO SERENA - Il suo è un percorso curioso tra andate e ritorni in diverse occasioni, inizialmente perché ceduto in prestito dai nerazzurri a Como, Bari, Milan e Torino. Nel 1987 veste nuovamente la maglia nerazzurra dopo aver indossato quella bianconera per due stagioni: è uno dei grandi protagonisti dello scudetto dei record targato Giovanni Trapattoni (1988/89), con 22 gol. Nel triennio al Biscione, conquista anche una supercoppa italiana e una Coppa Uefa. Nel 1991 un altro ritorno, al Milan.
