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Dzeko e non solo, ecco i requisiti per gli extracomunitari in Premier League
REQUISITI - Il Regno Unito impone delle direttive a qualsiasi cittadino extraeuropeo, a prescindere dal fatto che questi sia un calciatore che si appresta a militare in un club della Premier League: la circolazione di un extracomunitario è sempre garantita dal cosiddetto visto. Nel caso di chiunque intenda stabilirvisi per svolgere attività lavorative, invece, al visto va a sostituirsi il permesso di residenza. Il caso della Premier League è a sè stante, considerato che gli aspiranti non comunitari devono rispondere ad ulteriori due prerogative: - la partecipazione ad almeno il 75 percento (30 per le prime dieci squadre del ranking FIFA) delle gare della rispettiva nazionale negli ultimi due anni;
- l'appartenenza ad una nazionale che si collochi in una posizione pari o superiore alla 70esima posizione della graduatoria FIFA.
Una normativa apparentemente discriminatoria le cui radici, in realtà, sono basate su criteri di natura patriottica: il motivo per cui un calciatore extracomunitario debba possedere determinate caratteristiche sta nel fatto che per dare lustro alla Premier League e al Regno Unito sia necessaria l'alta qualità.
ECCEZIONI - Non sono da escludere deroghe a tale normativa: un calciatore (prevalentemente giovane), pur non avendo ancora accumulato un numero sufficiente di presenze in nazionale può, previo ricorso del club intenzionato ad acquistarlo, essere ugualmente integrato, ma solo dopo l'approvazione da parte di una commissione. Su Dzeko nulla da aggiungere: potrà essere regolarmente tesserato dal Chelsea, avendo il bosniaco disputato più del 75 percento delle gare nella propria nazionale, 38esima nel ranking FIFA. Il brasiliano Emerson Palmieri non disputa gare ufficiali con la propria nazionale dal 2011, ma è considerato comunitario grazie al possesso del passaporto italiano, riconosciutogli per il ramo materno originario del Belpaese.