Non rescinde, non si riduce l'ingaggio, non gioca: il caso-Pogba costa alla Juve 48 milioni
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Pogba ha giocato complessivamente 161 minuti nella stagione scorsa e per la prossima si parla di un possibile impiego, naturalmente a rate, dalla fine di settembre. Ora è chiaro che Giuntoli si stia occupando di cedere calciatori ancora in attività (Alex Sandro, Bonucci, Zakaria, Miretti, Nicolussi Caviglia, Kean, magari De Winter e McKennie), ma affrontare il caso-Pogba è altrettanto urgente e irrevocabile. Trattasi, infatti, di giocatore non giocante e del più pagato in rosa. E, per una società come la Juve, dilaniata dal monte-ingaggi, risparmiare 24 milioni netti, ovvero 48 lordi, costituirebbe una vigorosa boccata d’ossigeno per recuperare il terreno perduto e, soprattutto, i soldi buttati.
Ovvio che Pogba vada incoraggiato con una generosa buona uscita, ma non è accettabile che rifiuti di andare in Arabia Saudita (dove, peraltro, avrebbe guadagnato di più), sia vago sulle sue possibilità di recupero e si opponga anche ad una decurtazione dell’ingaggio.
Udinese - Juventus (20:45 20/08)
La situazione, dunque, non è solo tecnica, ma etica. E Pogba dovrebbe sentire un po’ di responsabilità per il danno economico e patrimoniale che sta creando alla Juve, dove già era arrivato minato da un infortunio al ginocchio che non ha voluto operare per cercare di andare al Mondiale del Qatar a tutti i costi. Una decisione autolesionistica, sconsigliata da tutti i medici del mondo, che gli ha fatto perdere sia la Coppa, sia la stagione. Insomma, basta Pogba. Il tempo delle imposture è finito.