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    'Non può dirigere il traffico, figuriamoci l'Argentina'. La vittoria di Scaloni, ha smentito anche Maradona

    'Non può dirigere il traffico, figuriamoci l'Argentina'. La vittoria di Scaloni, ha smentito anche Maradona

    • Federico Albrizio
    L'Argentina vola in finale nel segno di Lionel Messi, ma dietro al successo della Seleccion c'è di più: c'è tanto del lavoro di Lionel Scaloni, uno che su quella panchina non doveva neanche esserci. Basti pensare alle perplessità che avevano accompagnato la sua nomina come commissario tecnico ad interim dopo l'esonero di Jorge Sampaoli, anche da parte di illustri personaggi del calcio albiceleste: il più illustre, Diego Armando Maradona. L'attacco del Pibe a Scaloni nei giorni della nomina era stato duro, durissimo. Con toni e concetti forti che non lasciano dubbi sulla poca considerazione che Maradona aveva per l'attuale ct: "E' un bravo ragazzo, ma non può neanche dirigere il traffico. Come possiamo dare la nazionale argentina a Scaloni? Siamo tutti matti?" aveva detto in un'intervista senza filtri a El Clarin. E ancora: "Scaloni dice di essere pronto, ma non l'ho mai visto segnare un gol con l'Argentina. Con tutto il rispetto, eh. Da ragazzi possiamo andare a farci una grigliata. Ma da direttore tecnico e della nazionale, no". Per non farsi mancare nulla, anche un riferimento a due celebri personaggi televisivi argentini: "La nazionale calza Scaloni come il vestito del grasso Porcel sta a Minguito Tinguitela" (duo comico, ndr).

    DAL BRASILE AL QATAR - Resistere alle bordate della leggenda e colonna portante del calcio argentino non era semplice, ma l'Afa (Federazione argentina) ha deciso di dare fiducia a Scaloni confermandolo come ct 'ufficiale' e nel tempo la mossa ha ripagato, perché dopo il bronzo nella Copa América del 2019 è arrivato il trionfo nell'edizione del 2021: ha riportato a casa un trofeo che mancava da 28 anni, per di più in casa degli eterni rivali del Brasile. Ora in Qatar si gioca un obiettivo ancor più alto, regalare il terzo trionfo mondiale all'Argentina. E se è arrivato a conquistare questa opportunità, Scaloni lo ha fatto anche con la forza e il coraggio delle sue idee, dimostrandosi non solo un valido selezionatore ma anche un allenatore capace di evolversi nel corso della competizione. 

    IL CORAGGIO DELLE IDEE - Lo ha fatto cambiando le carte in tavola dopo la sconfitta all'esordio con l'Arabia Saudita, nervi saldi e riorganizzazione delle idee per calibrare la squadra sullo stato dei forma dei singoli ma anche per fronteggiare le caratteristiche degli avversari. E' così che dal 4-4-2 è passato al 4-3-3 per poi affidarsi anche al 3-5-2 a specchio contro l'Olanda e tornare alla difesa a quattro con un centrocampo robusto contro la Croazia. Altro capitolo lo merita la gestione dei singoli, con decisioni anche forti e coraggiose. Le scelte a centrocampo ne sono un esempio, dai tentativi con Papu Gomez fino al rilancio di Paredes, in mezzo Scaloni ha riconosciuto l'esigenza di puntare su interpreti in forma come Enzo Fernandez e Mac Allister diventati due dei migliori giocatori di questi Mondiali per rendimento. Di Maria non è in forma? Non c'è necessità di averlo sempre titolare ma può essere sfruttato anche per pochi minuti per dare la scossa. Ha relegato stabilmente alla panchina Dybala, poiché alter ego di un Messi impossibile da togliere. Esemplare, infine, la gestione del centravanti. Ha iniziato con Lautaro Martinez, ma il Toro non è riuscito a inserirsi alla perfezione nei meccanismi e allora Scaloni ha cambiato tutto puntando su Julian Alvarez: altro successo, senza margine di discussione. Tutto funziona perché ogni minimo dettaglio è curato, nulla è lasciato al caso nella preparazione di ogni singola gara. E' il complimento che anche Leo Messi, dopo il successo sulla Croazia, ha riservato per il suo ct: "Soprattutto prepara molto bene le partite. Ha un ottimo staff, che non lascia nulla al caso. Ti fanno sapere ogni dettaglio di ogni partita e poi quello che dicono succede. Questo è di grande aiuto quando siamo in campo. Non ci perdiamo in alcun momento, in ogni momento sappiamo cosa dobbiamo fare e come si svolgeranno le partite. Sapevamo che la gara sarebbe andata in questo modo ed è per questo che non ci siamo disperati". I successi dell'Argentina portano il marchio di Scaloni che si prende la sua rivincita, ma non parlategli di 'vendetta' su Maradona. Le critiche sono un ricordo, ogni trionfo è dedicato all'immortale Diego. Al quale ora Lionel vuole regalare un'altra gioia, riportare la Seleccion sul tetto del mondo per dimostrare di non essere stato scelto 'per caso'.

    @Albri_Fede90

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