Non è ancora terminato il calvario di Foquinha. VIDEO
Il pianto gli ha stancato il sorriso. E' tornato in Brasile per provare a rinascere. La storia di Kerlon de Souza Moura è fatta di infortuni e cadute nell'abisso. Talento giovane, segnato dal destino. Passato anche dal Chievo, con un pesante fardello da portare sulle spalle. Kerlon è Foquinha. Quello che si faceva arrivare la palla sulla testa e con un numero da circo infilava gli avversari. Troppo bello per essere vero. La stellina del Cruzeiro brucia le tappe, diventa uno dei pezzi pregiati del Brasile dei giovani, si prepara ad un futuro pieno di soddisfazioni. In Europa lo vogliono e lo cercano. Kerlon 'la piccola foca', però, deve fare i conti con la fragilità dei suoi muscoli, delle sue ginocchia. Il ragazzino subisce infortuni in serie. Piange una volta. Sperando che sia l'ultima. Ma, invece, è solo l'inizio. All'Inter, però, scommettono su di lui. Arriva nel Vecchio Continente, e il 1 settembre 2008 al termine della sessione di mercato estiva passa al Chievo. Bassa statura, grande esplosività, le gambe segnate dalle cicatrici.
Purtroppo a Verona nessuno lo vedrà mai fare la foca. Gli infortuni, anche di lieve entità, lo tengono fuori. Il calcio italiano è palcoscenico esigente e allo stesso tempo test severo da superare se non si è al meglio della condizione. Beppe Iachini lo manda in campo contro la Lazio il 29 ottobre 2008. Prima apparizione contro la Lazio. Piove, l'avversario è tosto, il pallone inzuppato d'acqua, il Bentegodi diventa una trappola per la 'Foca'. Pesce, strano a dirlo, fuor d'acqua. Il pubblico guarda curioso. S'aspetta il numero, che non arriva. Lo spettacolo intravisto nei filmati scaricati da 'youtube' non verrà ripetuto. Kerlon è costretto a fermarsi ancora. Piccolo e fragile. E alla fine della stagione collezionerà appena quattro gettoni di presenza.
Svincolatosi dal Chievo, l'Inter gli fa firmare un triennale e lo manda a giocare in Olanda all'Ajax. Magari tra i tulipani il brasiliano troverà pace. Ma non è così perché finisce addirittura nella squadra dei giovani, si infortuna ancora. E si ferma. Incredibile, ma vero. Il ginocchio fa crack, Kerlon si opera e deve rimanere fermo altri sei mesi. Torna all'Inter, e pochi giorni dopo il suo rientro, si fa male ancora. Torna sotto i ferri, scopre di avere finito la scorta di lacrime. Il ragazzo, se non altro, ha fede. Perché quando cade, poi si rialza. Appena ristabilitosi torna in Brasile, al Paranà club di Curitiba. Siamo al gennaio 2011. Fuori dall'incubo? Non ancora. Perché dopo appena cinque mesi la società brasiliana decide di rescindere il contratto. La paura è che Kerlon non possa rendere più al meglio, viste le tante lesioni del passato. Che torna. E fa male. Perché prima gli ha tolto il sorriso. E adesso gli sta togliendo il futuro.