Calciomercato.com

  • Nicollin:|Quella cresta colorata tipo Menez

    Nicollin:|Quella cresta colorata tipo Menez

    «Kojak non mi ha ancora chiamato». Ci voleva una battuta irriverente su Adriano Galliani per presentare al calcio italiano Luis Nicollin. Sessantanove anni, imprenditore nel settore dello smaltimento dei rifiuti urbani e industriali, dal 1974 presidente del Montpellier, squadra che, a sorpresa, ha conquistato la Ligue 1 nella passata stagione.In Francia i suoi atteggiamenti non sorprendono più nessuno, specialmente i membri del Consiglio Nazionale dell'Etica, organismo federale che sanziona chi infrange i codici di comportamento. Esuberante, vulcanico e senza peli sulla lingua, tant'è che la sua liberté di parola spesso sconfina nella volgarità, nell'insulto e persino nell'oltraggio, questo è Luis Nicollin. Un personaggio talmente popolare nel mondo del calcio francese da essere il protagonista di un libro a fumetti. In pratica, mettete insieme lo spirito imprenditoriale di Preziosi, gli eccessi di Zamparini e gli sfoghi di De Laurentiis con un pizzico dell'estrosità di Gaucci ed ecco che avrete davanti a voi il presidente più istrionico del calcio transalpino.Su Wikipedia i suoi successi sportivi, e imprenditoriali, hanno meno spazio dei suoi tanti scivoloni verbali. Quello più clamoroso risale al 31 ottobre 2009: il Montpellier, neopromosso in Ligue 1, perde 2-1 sul campo dell'Auxerre. Nicollin attacca il capitano avversario Benoit Pedretti, colpevole di aver provocato l'espulsione di un suo giocatore: «In campo ha fatto tutto quello che voleva, ma quando al ritorno verrà a Montpellier ce ne occuperemo. Quello lì è un frocetto». Prima arrivano le lamentele del Collettivo Nazionale contro l'Omofobia, poi una squalifica di quattro mesi.Il 15 maggio 2010, dopo aver conquistato la qualificazione in Europa League, sfotte i rivali del Bordeaux: «A loro resta solo la posizione del coglione». Ma è nell'ultima stagione che Nicollin mette in mostra il meglio di sé. A dicembre arriva Ancelotti al PSG e lui storce il naso «I bravi allenatori vincono con i mezzi giocatori. Per me è meglio Curbis: ha portato il Montpellier in Ligue 1 nel 2008 con una squadra di mezzi mongoloidi» e poco importa che molti di quei giocatori in quel momento siano ancora in rosa.Ad aprile il Montpellier vince a Marsiglia una gara decisiva per il campionato, lui non segue la squadra in trasferta e ironizza: «Lo ammetto: avevo paura, che volete? Sono un finocchio». Tra gli eccessi, anche qualche sorriso: per festeggiare lo scudetto si fa i capelli con una cresta «alla Menez» colorata di blu e arancione. Ora Nicollin, come il suo Montpellier, dopo la ribalta in Francia punta alla copertina in Europa. Il braccio di ferro con Galliani per Yanga Mbiwa è il simbolo di questa nuova dimensione internazionale del presidente francese. Il giocatore vuole i rossoneri, lo ha ribadito anche l'altro giorno, e anche nel club francese c'è chi è convinto che l'offerta rossonera non possa essere rifiutata visto il contratto in scadenza del difensore ventitreenne. Da convincere c'è solo un presidente che per ora ha chiuso la trattativa e rifiuta il dialogo. Forse Galliani dopo anni di trattative dorate con le grandi d'Europa dovrà tapparsi il naso e sopportare le provocazioni di Nicollin: in Francia ci sono abituati. Per portare a Milano uno dei migliori giovani talenti del calcio francese si può fare questo piccolo grande sforzo.

    Altre Notizie