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    Nicolato: 'Italia, addio amaro. Non condivido le idee di Mancini. Problema giovani? La Nazionale non va regalata...'

    Nicolato: 'Italia, addio amaro. Non condivido le idee di Mancini. Problema giovani? La Nazionale non va regalata...'

    L'ormai ex-ct dell'Italia Under 21, Paolo Nicolato, ha concoesso un'intervista al Corriere della Sera in cui racconta, dopo 7 anni, l'addio amaro alla Figc dato in estate alla scadenza del suo contratto.

    DELUSIONE - "Non è stata un’estate facile: c’era anche l’obiettivo della qualificazione ai Giochi e per uno come me era un grande sogno da inseguire. La delusione è stata forte, anche perché arrivavamo da imbattuti".

    NIENTE OLIMPIADI - "Sì, non è una casualità. Potevamo fare sicuramente meglio, ma nel momento della difficoltà ci è mancato quel vissuto comune che rende una squadra più forte. Il mio rammarico è quello di non essere riuscito a far capire l’importanza di preparare il torneo partendo più da lontano. Il tempo c’era ed è una responsabilità che mi sento. Probabilmente non ha aiutato il fatto che sia trapelata la notizia del mio addio a termine manifestazione. Ma non ha influenzato i ragazzi e lo staff: hanno dato tutto".

    MANCINI - "Sì, l’ultimo anno andava gestito meglio. Siamo stati coinvolti però dalla gestione della Nazionale A e di un ricambio generazionale che non ha favorito la Under 21. Divergenze? Può darsi. C’era bisogno di un allenatore che condividesse in pieno il tipo di gestione che si andava a prospettare. Non ci sono stati contrasti, ma c’erano idee non simili. Non ero sulla stessa linea, essere coerente per me è importante. Per me si arriva in Nazionale maggiore con un po’ troppa facilità. Non è un messaggio che condivido in pieno: può essere pericoloso".

    NON SIAMO UN CLUB - "Per me la Nazionale non è un club e la U20 e U21 non possono essere trattate come una Primavera di A: le dinamiche sono diverse, le competizioni pesano e c’è poco tempo per lavorare. Condivido poco il fatto di giocare allo stesso modo della prima squadra: ogni annata è diversa e bisogna tirare fuori il meglio dai calciatori. Legarsi agli schemi mi pare fuori logica".

    PROBLEMA GIOVANI - "Le nostre Under vincono fino alla 20 e poi si fermano? Penso che il livello generale sia sempre più alto. Gli altri giocano senz’altro più dei nostri e a ritmi spesso superiori. In Italia non è facile sfondare, siamo molto critici e non accettiamo l’errore: nessuno è mai abbastanza bravo e si boccia con leggerezza. Kean e Scamacca? Potrebbero essere più bravi di quello che consideriamo, bisogna anche dare tempo. I grandissimi talenti sono pochi, ma giocatori bravi ne abbiamo: loro lo sono".

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